Trieste, il Revoltella esporrà venti opere dei Luciani: «Qui come una casa»
Eccoli lì, i coniugi Luciani, di nuovo vicini ai “loro” 116 dipinti donati alla città e ora accolti nel museo Revoltella. Circondati da un piccolo compendio di pittura triestina otto-novecentesca, Annamaria e Luciano guardano indietro agli ultimi concitati cinque mesi, scaturiti da quell’imprevedibile gesto di generosità – «non chiamatelo mecenatismo» – che ha arricchito il patrimonio museale giuliano di una raccolta del valore di 500 mila euro.
La “collezione Luciani” è rimasta esposta in Sala Scarpa per poco più di un mese e anche ieri, giornata di chiusura e occasione per un ringraziamento pubblico alla coppia, ha incontrato la curiosità di decine di triestini.
Del resto la vicenda ha avuto uno sviluppo a dir poco romanzesco, romanzo di cui si sta adesso scrivendo l’ultimo capitolo: l’equipe del museo Revoltella – spiega la curatrice Susanna Gregorat – è già allo studio per capire quale sia il modo migliore per valorizzare le opere d’arte. Venti di esse troveranno accoglienza in una sala ad hoc di via Diaz: probabilmente, onde evitare di lasciarne alcune da parte, saranno alternate nel corso del tempo e accompagnate da un catalogo specifico. Ma se ne parlerà soltanto a marzo del prossimo anno, perché nel frattempo il Revoltella è atteso a lavori di manutenzione che ne aggiorneranno impiantistica e servizi (vedi articolo a fianco).
«La donazione è stata fatta grazie alla vendita della mia ditta», esordisce Luciano Luciani, ripercorrendo la genesi di quell’atto che ha preso in contropiede i possibili acquirenti dei dipinti, già pronti a partecipare all’asta. Era il 24 maggio scorso: alla casa d’aste Stadion di Furio Princivalli sta per arrivare una rassegna di 116 opere d’arte di autori triestini, quando una nota della stessa società annuncia l’acquisto in toto e la donazione alla città di Trieste della collezione da parte dei Luciani. Blitz da mezzo milione, che la coppia ha ricavato, appunto, dalla vendita della ditta Alder, produttrice di formaldeide. Da maggio ci vorranno poi quattro mesi per ammirare i dipinti al Revoltella, destinazione d’obbligo viste le loro caratteristiche.
«Il museo è sempre stato come casa mia, in fondo sono le nostre memorie, le cose che conosciamo», dice Annamaria, con la discrezione che ha contraddistinto i coniugi fin dall’inizio di questa felice pagina di storia locale. «Mi fa piacere che, in questo modo, il nome della ditta rimanga nel tempo», aggiunge, mentre le viene consegnata la targa del Comune «per aver evitato la dispersione di un patrimonio inestimabile donandolo alla città». Consegna dalla quale emerge l’altro tratto caratteristico dei Luciani, la loro amabile ironia: «Prima dei ladri!», risponde infatti Annamaria, alludendo allo spiacevole furto subìto nella loro abitazione giorni fa.
È già tempo di scambi d’affetto, quando dalla porta entra ansimando l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi, giunto di corsa dal Consiglio comunale: «Ci sono momenti in cui bisogna cogliere l’attimo, il dono è stato uno di questi». E ringrazia il «regista» dell’operazione, Andrea Pessina della Soprintendenza.