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Malore in casa per un 52enne a Trieste: lo salvano l’amico e il cognato

Un malessere prolungato. La richiesta di aiuto ai famigliari. La corsa disperata in ospedale con l’ambulanza e il salvataggio in extremis grazie anche all’intervento dell’amico infermiere. Il tutto, forse un segno del destino, proprio nel corso della settimana della rianimazione cardiopolmonare. È la storia a lieto fine accaduta a Fabrizio Mazzoccola, salvato grazie alle indicazioni fornite via telefono dal numero unico di emergenza regionale della Sores, e dal contemporaneo intervento di una squadra del 118.

I disturbi allo stomaco

Ma andiamo con ordine. Fabrizio una sera va a cena fuori e a distanza di poche ore inizia a sentire disturbi allo stomaco. «Uno strano dolore che la mattina dopo si fa ancora più fastidioso - spiega - tanto che faccio fatica a portare avanti il mio lavoro». Fabrizio è dipendente delle poste a Opicina e i colleghi iniziano a preoccuparsi per il suo stato di salute. «Io continuavo a dare la colpa all’hamburger della sera prima - prosegue - pensando che prima o poi quel mal di stomaco sarebbe passato».

Ricordi sfumati

Così continua a lavorare fino a fine turno, alle 14 torna a casa, ma la situazione peggiora. Su quello che è successo dopo i ricordi di Fabrizio si fanno sfumati. «Ricordo solo di essermi coricato in posizione fetale - prosegue - perché il dolore si faceva sempre più acuto. Ed è così che mi hanno trovato mia figlia Beatrice, la mia fidanzata Roberta e suo figlio Thomas, rannicchiato sul letto con un respiro stranissimo. Lei ha chiesto immediatamente aiuto a suo fratello Francesco dopo aver chiamato il numero unico di emergenza».

La rianimazione guidata

A quel punto, guidati dall’infermiere collegato al telefono dalla centrale Sores di Palmanova, hanno iniziato la rianimazione. Rivelatasi fondamentale per Fabrizio. Nel frattempo parte l’ambulanza da Cattinara.

«Siamo stati chiamati in codice giallo perché inizialmente non era emersa del tutto la gravità della situazione - racconta l’infermiere del 118 Manuel Cleva accorso sul posto - subito trasformato in codice rosso. Siamo arrivati in pochi minuti, assieme al medico anestesista rianimatore, gli autisti e all’oss».

Infermiere e amico

Cleva, oltre a essere infermiere, è anche delegato di area per la Siiet (Società italiana infermieri emergenza). Lunga quindi la sua esperienza, ma quando arriva a casa di Fabrizio si rende conto di trovarsi davanti a un amico di lunga data. «Emotivamente in questi casi si è più coinvolti perché si conosce la persona - spiega Manuel - ma è necessario lavorare con freddezza e soprattutto non pensarci».

Arrivata sul posto in pochi minuti, quindi, l’equipe del 118 trova Fabrizio in fibrillazione ventricolare. «Con le scariche elettriche siamo riusciti a riportare il cuore a un ritmo organizzato - racconta Cleva - grazie anche all’ausilio dei farmaci antiaritmici salvavita. Ma - ci tiene a sottolineare il professionista del 118 - fondamentali sono state le compressioni toraciche esterne eseguite dal cognato Francesco».

La settimana della rianimazione cardiopolmonare

E qui si innesta l’attualità dell’intervento salvavita, che il caso vuole si inserisca nella settimana della rianimazione cardiopolmonare. «I tempi di soccorso sono fondamentali - ricorda Cleva - perché una rianimazione e una defibrillazione precoce aumentano di tre volte la probabilità di sopravvivenza senza danni neurologici dell’infartuato. Ciò in quanto a ogni minuto di arresto cardiaco non trattato si perdono del 10-12% sia le funzioni del cervello che le probabilità di successo delle scariche elettriche».

I segnali

Importante anche saper riconoscere i segnali del proprio corpo. «Se si hanno dei sintomi quali formicolio al braccio, dolori allo stomaco e al petto, associati a difficoltà respiratoria bisogna chiamare subito il numero unico dei emergenza». —

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