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Kamala Harris promette di battersi per i diritti dei palestinesi

Alle 21 di Los Angeles del 3 novembre 75,1 milioni hanno già votato!

Il sondaggio sull’Iowa sta scuotendo l’entourage di Trump e il tycoon, lo spostamento come dicono diverse fonti è dovuto alle elettrici che sembra si siano spostate sul Kamala Harris, addirittura dando tra le donne il 56% alla Harris e il 36% a Trump. Come ha osservato la sondaggista Ann Selzer, a Newsweek, difendendo il suo sondaggio, ha previsto con precisione le vittorie di Trump in Iowa nel 2016 e nel 2020, e rimanda al mittente i dubbi.

Ieri più di 100 esponenti politici e militari bipartisan hanno rilasciato una dichiarazione chiedendo: “il mantenimento dell’integrità elettorale, la protezione degli operatori elettorali e il trasferimento pacifico del potere”. Tra i firmatari ci sono l’ex leader della maggioranza al Senato Tom Daschle, l’ex segretario alla Difesa Leon Panetta, l’ex direttore dell’intelligence nazionale Dan Coats e il generale in pensione Stanley McChrystal. L’elenco comprende anche l’ex presidente del comitato nazionale repubblicano Michael Steele e l’ex senatore repubblicano Rob Portmann. Interessante chissà a chi è rivolta la frase:” trasferimento pacifico del potere?”.

Sempre sul fronte repubblicano, serpeggia molto nervosismo e malumore, in un editoriale domenicale del Wall Street Journal, l’ex candidata presidenziale Nikki Haley ha riassunto la decisione di votare per l’uomo contro cui una volta si era scontrata: “Milioni di persone amano Donald Trump e milioni lo odiano. Ogni gruppo voterà di conseguenza”, ha scritto Haley. “Ma ci sono anche milioni di persone le cui opinioni su Trump sono contrastanti. A loro piace molto quello che ha fatto come presidente e sono d’accordo con la maggior parte delle sue politiche. Ma a loro non piace il suo tono e non possono perdonare i suoi eccessi, come la sua condotta il 6 gennaio 2021. Questo terzo gruppo di americani determinerà se l’ex presidente tornerà alla Casa Bianca”. Davvero una singolare dichiarazione.

E Trump di eccessi ieri ne ha aggiunti diversi al suo ricco curriculum. Durante un comizio in Pennsylvania, a due giorni dal voto, Donald Trump torna a far discutere con nuove dichiarazioni offensive e minacciose. Dopo le “pistole da puntare contro Liz Cheney“, questa volta ha preso di mira la stampa, sostenendo che “non gli dispiacerebbe se qualcuno sparasse ai media“. “Per uccidermi qualcuno dovrebbe sparare attraverso i giornalisti presenti e la cosa non mi dispiacerebbe così tanto“, questa la sua dichiarazione durante il comizio in uno Stato importantissimo per la vittoria finale, la Pennsylvania, definendo i media “gravemente corrotti”. E poi uno si domanda il terrore di Bezos e Soon- Shiong.

Ma è stato un fiume in piena il tycoon attaccando, nuovamente, l’Europa con la rinnovata minaccia dei dazi: “Le nazioni europee ci stanno derubando. Pensano che siamo stupidi“, imitando l’accento tedesco di Angela Merkel ed ha continuato: “L’Europa sembra così carina, ma è tremenda”. Poi l’attacco ai democratici. “Kamala Harris è un’estremista di sinistra ed è totalmente corrotta”. L’ex presidente ha insinuato che i democratici compiranno brogli alle prossime elezioni. “Sono corrotti, diranno che vogliono 12 giorni per sapere chi ha vinto. Andrebbero messi in galera. Anche i loro sondaggi sono corrotti “. 

Sul fronte democratico i toni sono davvero diversi. Kamala Harris all’evento alla Michigan State University per la prima volta da quando è candidata non ha mai pronunciato il nome di Donald Trump. Durante una manifestazione elettorale a East Lansing, ha detto: ”Oggi si uniscono a noi i leader della comunità arabo-americana, che ha radici profonde e orgogliose qui nel Michigan, e voglio dire che quest’anno è stato difficile, data la portata della morte e della distruzione a Gaza e viste le vittime civili e gli sfollamenti in Libano”, ha proseguito -“È devastante ciò che è accaduto e, come Presidente, farò tutto ciò che è in mio potere per porre fine alla guerra a Gaza, per riportare a casa gli ostaggi, porre fine alle sofferenze, garantire che Israele sia sicuro e garantire che il popolo palestinese possa realizzare il proprio diritto alla dignità, libertà, sicurezza e autodeterminazione”. La vicepresidente in carica è stata interrotta, più volte, durante la campagna elettorale in tutto il Paese, da manifestanti che protestavano contro il sostegno dell’amministrazione Biden a Israele a Gaza e in Libano. “L’America è pronta per un nuovo inizio, pronta per una nuova via da seguire, in cui vediamo i nostri connazionali non come un nemico, ma come un vicino. Siamo pronti per un presidente che sa che la vera misura di un leader non si basa su chi si sconfigge, ma su chi si rialza”, ha detto la Harris, promettendo di “paura e dalla voltare pagina su un decennio di politica, guidati dalla divisione”. “Non credo che le persone che non sono d’accordo con me siano il nemico. Anzi, darò loro un posto al tavolo, perché questo è ciò che fanno i leader forti”, ha precisato, ricevendo moltissimi applausi dai tanti giovani presenti nell’auditorium universitario. “Abbiamo lo slancio perché la nostra campagna sta attingendo alle ambizioni, alle aspirazioni e ai sogni del popolo americano, perché siamo ottimisti ed entusiasti di ciò che possiamo fare insieme e perché sappiamo che è tempo per una nuova generazione di leadership in America”, ha concluso.

L’ex presidente Barack Obama, ieri, ha cercato di convincere gli elettori ancora indecisi in un altro stato chiave, il Wisconsin, ha detto al pubblico che il loro voto farà la differenza. “Quindi, se siete ancora indecisi in queste elezioni, pensate a ciò che conta davvero, pensate ai valori che ci hanno insegnato i nostri genitori e i nostri nonni, pensate al tipo di Paese che vogliamo essere. E così capisci che il tuo voto conta davvero”. “Qui in Wisconsin, un singolo distretto potrebbe essere deciso con 10 o 20 voti, e quei voti potrebbero determinare il destino della nostra Repubblica, il mondo che i nostri figli e nipoti erediteranno. Questa è una responsabilità enorme”, ha detto Obama.

Manca davvero poco e si percepisce l’incertezza e la curiosità su ciò che accadrà martedì. 

“L’adulto non crede a Babbo Natale. Ma lo vota.” Pierre Desproges

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