Mattarella agli studenti: “Non condivido tutte le leggi che ho emanato, ma era mio dovere farlo”
L’unità nazionale come faro dell’agire politica, i pericoli del web, le trappole manipolative, l’imparzialità e il ruolo attivo della prima carica dello Stato. È un intervento a tutto campo quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha incontrato gli studenti in occasione dell’evento “25 anni di Osservatorio permanente giovani-editori”. Tra i delicati compiti del capo dello Stato, arbitro super partes ma anche protagonista della dialettica democratica, anche quello di “meccanico”. Mattarella si affida a questa metafora per spiegare il ruolo dell’inquilino del Colle, mai come in questa delicata stagione protagonista di appelli e iniziative forti. Dalle sentenze dei giudici sull’Albania alle repliche a Elon Musk fino alla designazione di Raffaele Fitto a vicepresidente della commissione Ue, osteggiato dalla sinistra.
Mattarella ai giovani: il capo dello Stato è anche un meccanico
“Il presidente della Repubblica entra particolarmente in attività quando il sistema si blocca, quando per una qualunque causa c’è un inceppamento del sistema”, dice Mattarella agli studenti, “perché non tutto è prevedibile. Quando il sistema si blocca il presidente della Repubblica interviene per aiutarlo a rimettersi in funzione. Oltre che un arbitro è come un meccanico, interviene per riparare, per rimettere in funzionamento il sistema che si è inceppato”. Quindi si è soffermato sui poteri dello Stato, dossier quanto mai attuale in queste settimane. “Non sono fortilizi contrapposti che cercano di sottrarre territorio l’uno all’altro. L’unità, la coesione non è antitesi alla dialettica politica, è il quadro in cui questa dialettica e questa contrapposizione si articola che è l’interesse nazionale del nostro Paese”. Mattarella sottolinea di essere un arbitro, al di fuori della contesa politica, “ma il compito del Capo dello Stato è quello di ricordare a tutti i limiti entro cui operano”.
Non condivido tutte le leggi che ho promulgato
Quanto alle leggi Mattarella ‘confessa’ di non condividere tutte quelle che ha firmato, ma il Parlamento è sovrano ed “era mia dovere farlo”. “Ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune. Ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. Ogni tanto sentirete appelli al Presidente della Repubblica ‘non firmi questa legge perché è sbagliata’ oppure ‘l’ha firmata vuole dire che la condivide’: sbagliano entrambi”. Parole chiare all’indirizzo di chi vorrebbe tirarlo per la giacca ma che l’opposizione, Bonelli in testa, si precipita a leggere come un incoraggiamento all’opposizione.
L’astensionismo è un segnale allarmante
Infine una finestra sull’astensionismo crescente e i pericoli del web incontrollato. “Il continuo decremento della partecipazione al voto dei nostri cittadini è un segnale allarmante su cui tutti devono interrogarsi. Talvolta ho l’impressione che da parte delle forze politiche ci sia attenzione maggiore per chi vota”, dice il capo dello Stato. “Ma il problema principale del nostro sistema istituzionale è per chi non vota per indurlo a partecipare. La democrazia vive di partecipazione, se questa non c’è sfiorisce”.
Guai ad affidarsi al web come medico di fiducia
Guai ad affidarsi al web “come medico di fiducia”, dice ancora, “lo vediamo in questi giorni con conseguenze drammatiche. L’intelligenza artificiale cambia la nostra vita, il nostro modo di ragionare. Occorre attrezzarsi per essere preparati perché sia uno strumento che garantisca maggiore libertà e che non depaupera la consapevolezza umana. Quella umana ha consapevolezza e coscienza ed è quella che va tenuta sempre in cura maggiore”.
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