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Scherma, spada femminile arma senza tempo! E per l’Italia, il 2024 diventa una sorta di annus mirabilis…

Nell’imminente fine settimana, la Coppa del Mondo di scherma manderà in scena un doppio appuntamento. Il fioretto vivrà la propria ouverture a Tunisi, mentre la spada si cimenterà nella seconda tappa, a Vancouver. Proprio sull’epée femminile è doveroso soffermarsi ed effettuare un paio di riflessioni, tornando su quanto avvenuto una decina di giorni orsono a Fujairah.

L’Italia, negli Emirati Arabi, ha festeggiato una doppietta. La giovane Sara Maria Kowalczyk, classe 2001, ha battuto in finale la navigata Giulia Rizzi (venuta al mondo nel 1989). Come se non bastasse, la ventitreenne azzurra in semifinale aveva superato la sempreverde Irina Embrich, che all’età di 44 anni sta vivendo letteralmente una seconda giovinezza, essendo tornata sul podio di Coppa del Mondo a quasi cinque anni di distanza dall’ultima volta, peraltro dopo aver conquistato a giugno un inaspettato titolo europeo.

Ebbene, la prima dinamica da sottolineare è proprio quanto sia ampio lo spettro anagrafico delle ragazze salite sul podio. Kowalczyk potrebbe tranquillamente essere la figlia di Embrich! A dimostrazione di come la spada – più di ogni altra arma – goda di una longevità agonistica impressionante. La carta d’identità è dunque relativa e non va ritenuta necessariamente una discriminante.

La seconda riflessione da effettuare in merito a quanto accaduto a Fujairah è prettamente legata all’ambito italiano. Finale tutta tricolore, si è detto. Da quanto tempo non accadeva nella spada? Si deve tornare indietro di ben 15 anni (anzi, quasi 16), ovverosia al marzo 2009. A Lobnya – nei dintorni dello sterminato hinterland moscovita – Nathalie Moellhausen si fregiò della vittoria superando Francesca Quondamcarlo nell’assalto decisivo.

Nel mezzo abbiamo avuto 34 doppiette azzurre nelle competizioni globali di primo livello (aperte dunque a tutti i continenti). Di esse, 32 si sono però verificate nel fioretto e 2 nella sciabola, attualmente in sofferenza. Insomma, il 2024 si rivela un autentico annus mirabilis per la spada femminile italiana. Non solo l’oro olimpico nella prova a squadre, ma anche il ritorno a una finale monopolizzata dopo tre lustri abbondanti!

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