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Unitrans di Pianiga a rischio fallimento: 50 lavoratori in bilico

Fiato sospeso per i 50 lavoratori della Unitrans Srl di Pianiga (Venezia) che a fine novembre rischiano di restare a casa se il tribunale di Venezia decidesse di procedere con l’istanza di fallimento.

E questo nonostante l’azienda di fabbricazione di furgoni isotermici continui a lavorare e ad avere commesse, pagare fornitori, stipendi e salari.

Unitrans è un marchio storico della Riviera del Brenta, attivo sul mercato dal 1967 e realizza mezzi di trasporto di prodotti freschi, congelati e surgelati. La società è composta da Karin Monshauer – che detiene il 90 per cento del capitale – e da Cosimo Dalconzo che ha in mano il restante 10 per cento.

Quest’ultimo svolge pure l’incarico di amministratore delegato.

Non solo, la signora Monshauer, attraverso un istituto giuridico proprio del Liechtenstein (Anstalt), detiene anche la proprietà dell’immobile dove si svolge l’attività produttiva di Unitrans e del terreno (oltre 17 mila metri quadrati complessivi).

Nel corso degli ultimi dieci anni, l’azienda ha accumulato un debito verso l’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, mentre verso la proprietà dell’immobile mancano almeno due anni di canoni di affitto non versati. In totale, la cifra è vicina ai 6 milioni di euro. Siamo dentro a un quadro paradossale e insensato, dove la proprietà intenta un’azione di sfratto verso sé stessa.

A questo affanno, nel 2024 subentra un altro problema, tanto da far rendere ancora più complicata la situazione; prima dell’inizio dell’estate, mentre il procedimento di sfratto per morosità nei confronti di Unitrans, e già intentato dalla proprietà, viene convalidato e a maggio diviene esecutivo, un creditore presenta un’istanza di fallimento. E il 28 novembre, il tribunale potrebbe determinarne la liquidazione giudiziale. E, di conseguenza, far cessare l’attività alla storica azienda.

«Come Segreterie territoriali di Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Metropolitana di Venezia – fanno sapere le due organizzazioni sindacali – e vista la gravità della situazione, fin da subito abbiamo richiesto l’intervento della Regione Veneto attraverso l’Unità di crisi e Servizi alle imprese, per procedere a un’analisi e una presa in carico del caso aziendale. Mentre Unitrans dichiara il proprio impegno nella ricerca di un soggetto interessato a rilevarla, il marchio e, laddove possibile, anche l’immobile dedicato alla produzione, s’impegna a depositare domanda di concordato preventivo in continuità con l’intento di salvaguardare i posti di lavoro e l’intera attività».

Nel corso di questi mesi si sono succeduti più incontri all’Unità di crisi e servizi alle imprese di Veneto Lavoro dove, fin da subito, le organizzazioni sindacali hanno dovuto rilevare, e spesso stigmatizzare, gli atteggiamenti restii, se non sfuggenti, dei soggetti direttamente coinvolti.

«Da una parte c’è la proprietà – scrivono ancora Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Venezia – che, pur dichiarandosi disponibile a una soluzione che evitasse l’interruzione dell’attività produttiva, non ha mai proceduto a ritirare l’istanza di sfratto. Inoltre non ha mai nascosto di puntare a massimizzare il valore di realizzo dell’immobile. Non solo, la New Royal Plastic Srl, azienda operante nello stesso settore e sin da subito dichiaratasi interessata a subentrare nella proprietà di Unitrans, dopo quasi sei mesi dall’aver intrapreso l’attività di due diligence precontrattuale, a tutt’oggi gli esiti non sembrano aver influito sulla scelta di questa di concludere l’acquisto. Pertanto, come sindacati abbiamo via via assistito a un balletto di atteggiamenti contraddittori, con dichiarazioni incoerenti ma, soprattutto, allo svolgersi di una negoziazione tutta all’insegna del “si dice e si mormora” che ha condotto 50 lavoratori a “tenere in piedi la baracca” con grande senso di responsabilità. Intanto siamo alla soglia del 28 novembre quando, ormai esaurite le proroghe, il tribunale potrebbe determinarne la liquidazione giudiziale».

Le Segreterie territoriali ribadiscono con forza come non sono disponibili ad accettare che gli effetti di una gestione del genere, siano fatti ricadere sui lavoratori e le loro famiglie.

«Non intendiamo accompagnare – continuano Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Venezia – alcuna scelta che non garantisca la continuità aziendale per mantenere aperta e operativa Unitrans. Ognuna delle parti in causa deve adoperarsi senza più infingimenti perché questa vicenda si concluda evitando l’ennesima chiusura di un’azienda che, nonostante il recente travaglio, contribuisce a mantenere vivo un territorio, il cui tessuto produttivo rischia un lento quanto progressivo depauperamento».

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