Sindacato e lavoratori di Volkswagen provano a scongiurare chiusure e licenziamenti con un taglio agli stipendi
Il sindacato dei metalmeccanici tedeschi IG Metall e il consiglio di fabbrica di Volkswagen sono pronti ad accettare una riduzione degli stipendi per tagliare i costi del colosso dell’auto senza ricorrere alla chiusura degli impianti e ai licenziamenti. È quanto prevede un piano per il futuro, che i rappresentanti dei lavoratori hanno presentato al management alla vigilia del prossimo round di contrattazione collettiva.
Il piano ridurrebbe i costi del lavoro di circa 1,5 miliardi di euro, ha dichiarato il responsabile distrettuale dell’IG Metall Thorsten Gröger. “1,5 miliardi di euro che stiamo mettendo sul tavolo delle trattative”. Nelle scorse settimane il consiglio di fabbrica ha reso noto che l’azienda fosse pronta a chiudere almeno tre impianti in Germania e licenziare 15mila persone, a causa dei risparmi indispensabili ad affrontare la crisi del settore che sta colpendo il gruppo.
Se ciò avvenisse si infrangerebbe un tabù che ha sempre resistito nella Germania del dopo guerra. I sindacati si impegnavano a garantire una certa flessibilità sui salari, esattamente come provano a fare ora, in cambio della sicurezza nel mantenimento del posto e di una compartecipazione alle decisioni aziendali. Il costo del lavoro in Germania è più alto rispetto ad altri paesi europei, in particolare, quello di Volkswagen arriva ad essere del 50% superiore a quello di alcuni concorrenti. Tuttavia questa voce incide relativamente poco sui ricavi del settore.
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