Schlein dopo il volo del Pd predica unità e umiltà: “No all’autosufficienza, sono vittorie di squadra”
Da sei a uno, a quattro a tre. Elly Schlein parte dai numeri delle Regioni al voto nel 2024 per motivare il suo «stiamo arrivando» a Giorgia Meloni. Poi snocciola le percentuali ottenute dal Pd in Emilia Romagna e Umbria. Nel fortino rosso i dem hanno raggiunto il 43%, «sono 8 punti in più dalle scorse regionali, 7 in più rispetto alle Europee e addirittura 15 in più rispetto alle Politiche del 2022. In Umbria siamo arrivati al 31% ed è una soddisfazione e una grande responsabilità.
Il Pd dopo la sconfitta del 2022 alle Politiche ha rialzato la testa, ha ritrovato un’anima e una fortissima connessione con la sua gente: sanno dove trovarci», esulta la segretaria. Nessuna arroganza, però. «Sono state vittorie collettive, vittorie di squadra. Ogni forza politica e civica ha dato il suo contributo», ribadisce, individuando la «cifra» del successo «in due concetti fondamentali: unità e umiltà».
E’ solo insieme, è il ragionamento, che la destra si può battere. E se è vero che i numeri del Pd sono importanti rispetto a quelli degli alleati e da più parti viene invocato il modello `Quercia-cespugli´, Schlein non intende rivendicare, non in questo momento almeno, i rapporti di forza: «Non abbiamo nessuna presunzione di autosufficienza nemmeno di fronte a questi risultati del Pd – dice chiaro – Noi saremo ancora più unitari di prima».
Ecco allora che a chi le chiede se pensa adesso ad assumere la leadership, Schlein risponde: «Piedi per terra e lavorare, nelle prossime settimane farò quello che ho fatto da segretaria dal primo giorno: ricostruire il profilo del partito e ricucire un rapporto con le persone che non hanno più fiducia in noi». Guai, poi, a parlare di palazzo Chigi. Ci pensa? «Lo farei se fosse libero, per ora penso a fare la segretaria del Pd e a costruire la coalizione», insiste.
Poi, l’attacco a Giorgia Meloni: «Si è chiusa nel palazzo e ha perso il contatto con i problemi reali delle persone», dice, e annuncia la volontà di voler continuare a fare il contrario. «Non resteremo a guardare lo smantellamento della sanità pubblica. Proseguiremo la mobilitazione che abbiamo fatto in queste settimane sulla difesa della sanità pubblica, continueremo ad andare negli ospedali e nei luoghi di cura. La destra vuole una sanità a misura del portafoglio delle persone, non non accettiamo che il servizio sanitario nazionale venga smantellato. L’autonomia differenziata rischia di dare il colpo di grazia alla sanità pubblica», attacca.
La battaglia per la sanità sarà una di quelle condivise con tutte le opposizioni. Perché è di temi che Schlein vuole continuare a parlare. «In Liguria abbiamo perso di un soffio. Quando ci concentriamo sui problemi delle persone invece che discutere di perimetri, le cose vanno diversamente, come abbiamo visto in Umbria ed Emilia-Romagna», insiste. E allora la leader «non si intromette» nelle vicende del M5S, «certo – ammette – è interesse del Pd avere alleati solidi». Quanto al centro, che per Matteo Renzi è «indispensabile» per vincere, la leader taglia corto: «Massima unità possibile, ma attorno a un progetto coerente». Avanti, insomma, mettendo «il risultato straordinario del Pd a disposizione di una coalizione che cresce», perché sottolinea la leader «non ho mai interpretato il rapporto con le altre forze come competitivo». «Le piazze, quando siamo insieme, ci gridano `unità´, non `ma, sì, forse´. Questa destra preoccupa».
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