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Il tech europeo cresce (426 miliardi di dollari di investimenti), ma guarda agli USA per scalare

Le aziende tecnologiche in Europa stanno più che bene, ma vivono un paradosso. Il Vecchio Continente produce infatti più startup emergenti degli Stati Uniti, ma una realtà su due deve cercare finanziamenti Oltreoceano, per poter crescere. Dal 2015 ad oggi il settore europeo ha raccolto 426 miliardi di dollari di investimenti e in Italia gli Unicorni sono sette, da zero che erano dieci anni fa. Sono i dati di “State of European Tech”, il rapporto del fondo di investimento Atomico basato su 41 paesi europei.

La crescita di investimenti, occupazione e innovazione ha proiettato molte nazioni europee, tra cui l’Italia, in una dimensione competitiva globale. Dal 2015 ad oggi, le aziende tecnologiche europee hanno attratto 426 miliardi di dollari in investimenti, dieci volte il valore del decennio precedente. Nel 2024 si prevede che raccoglieranno 45 miliardi di dollari, confermando la performance dell’anno precedente nonostante l’instabilità economica globale. A livello occupazionale, il settore impiega oggi 3,5 milioni di persone, una cifra pari al numero di addetti tech degli Stati Uniti nel 2020. In questo scenario, l ’Europa si distingue anche per la sostenibilità: un dollaro su cinque investito nel tech è destinato a progetti green, il doppio rispetto agli Stati Uniti. Questo, insieme al deeptech e all’intelligenza artificiale, rappresenta uno dei pilastri della crescita, con il 33% dei finanziamenti diretti a queste aree innovative. Negli ultimi dieci anni, l’Europa ha raccolto 94 miliardi di dollari in questi comparti, posizionandosi dietro Asia e Stati Uniti ma con un bacino di talenti in costante crescita.

Anche l’Italia cavalca questa trasformazione. Negli ultimi dieci anni, l’occupazione nel settore tecnologico è aumentata di sei volte, passando da 26mila a 167mila addetti. Gli investimenti hanno raggiunto i 900 milioni di dollari nel 2024, contro i 600 milioni totali del decennio 2005-2014. Per il periodo 2025-2034, si prevede un salto fino a 7,7 miliardi di dollari, dodici volte il valore precedente. Il nostro Paese conta oggi sette Unicorni (aziende valutate oltre un miliardo di euro): Satispay, Tatatu, ScalaPay, Kong, Technoprobe, Bending Spoon, MutuiOnline. Nel Sud Europa, però, resta dietro alla Spagna, che nel 2024 ha raccolto 1,4 miliardi di dollari in investimenti, mentre Portogallo e Grecia si fermano a 100 milioni.

L’Europa è oggi la culla di startup emergenti: 35.000 nuove imprese tech attive, il numero più alto al mondo, anche più degli Stati Uniti. Londra guida la classifica degli hub globali per finanziamenti, seguita da Berlino e Parigi, entrambe entrate nella top ten globale nell’ultimo decennio.

Tuttavia, una realtà su due si rivolge agli Stati Uniti per round di crescita, dove le probabilità di ottenere investimenti superiori a 15 milioni di dollari sono doppie rispetto all’Europa. Questo fenomeno alimenta una fuga di talenti e capitali. Un limite, per un settore che si stima potrebbe arrivare a valere 8 trilioni di dollari, entro il 2034, con 20 milioni di professionisti.

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