Lattebusche apre un nuovo Bar Bianco a Longarone per le Olimpiadi
Un nuovo Bar Bianco di Lattebusche per le Olimpiadi Cortina-Milano 2026. È quello che sta nascendo sulle ceneri del vecchio ristorante Tre Archi in via Faè 35, a Longarone.
Le ruspe sono già al lavoro per far nascere il decimo punto vendita diretto della più grande cooperativa lattiero-casearia veneta che per i suoi 70 anni si fa un altro regalo, dopo il record di bilancio con fatturato atteso a fine anno oltre i 145 milioni di euro.
Un punto vendita destinato a fare il botto, se si pensa a quante sono già adesso la auto che salgono verso la montagna dalla pianura e quante ne verranno in occasione dei Giochi Olimpici. Ma come è nata l’idea? «Con l’accesso autostradale a Pian di Vedoia», commenta il direttore generale Antonio Francesco Bortoli, «è chiaro che tanti residenti nelle aree del Comelico, del Cadore e dello Zoldano usano la statale 51 per trasferirsi in montagna o in pianura. E altrettanti turisti. Quindi volevamo presidiare questa zona e proporre anche qui i prodotti Lattebusche. Ci siamo così orientati su un vecchio edificio, affacciato proprio sull’Alemagna, in località Faè di Longarone, dove prima c’era un ristorante, attività dismessa da anni.
«Ci sarà una totale demolizione dei volumi esistenti», spiega Bortoli, «e realizzeremo un nuovo fabbricato entro la sagoma precedente, con il medesimo allineamento sulla strada. Lo sviluppo fuori terra sarà limitato a due piani per la parte fronte strada e uno per le altre. La superficie coperta è pari a circa 300 mq, corrispondenti a un volume urbanistico di 1400 metri cubi. Ma c’è di più. La struttura sarà certificata CasaClima, ad attestare le caratteristiche energetiche, la sostenibilità e la qualità di un edificio, nonché a garanzia di trasparenza e di qualità».
Ancora presto per dire quando sarà inaugurato il nuovo Bar Bianco: «Contiamo di essere pronti qualche mese prima delle Olimpiadi, confida il direttore generale. «Per l’Immacolata del 2025? Perché no?».
Sulle previsioni di fatturato, Bortoli non si sbilancia: È ancora presto per dirlo, ma siamo fiduciosi di un ottimo riscontro sia per le esperienze precedenti, vedi Sandrigo a Vicenza, sia per il gradimento che dimostrano di avere i nostri prodotti».
Al momento Lattebusche conta su 9 punti vendita diretti. «Al 31 ottobre, il fatturato dei Bar Bianco», conferma Bortoli, «è stato di oltre 11 milioni di euro, in crescita dell’8’% sui primi dieci mesi dell’anno precedente».
Il Bar Bianco di Faè non avrà dunque le dimensioni dei maggiori, Busche e Sandrigo, ma proporrà ugualmente tutti i prodotti di Lattebusche e sarà una sede strategica per affermare l’immagine della cooperativa per tutti gli utenti autostradali. Lattebusche si appresta a chiudere il suo 70mo anno di attività, come si diceva, con il record di fatturato, destinato a superare i 145 milioni di euro. Un crescendo che porta la firma, in primis, del suo direttore generale Antonio Francesco Bortoli, da 50 anni al comando della maggiore cooperativa lattiero casearia del Veneto. I numeri sono eloquenti: 300 soci produttori di 7 province (Belluno, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Trento e Udine); 6 stabilimenti di produzione a Busche e Padola in provincia di Belluno, a Chioggia (Venezia), Sandrigo (Vicenza), Camazzole e San Pietro in Gù (Padova); 9 punti vendita diretta (i Bar Bianco); 322 dipendenti; quasi 4 mila ettolitri di latte lavorati al giorno, per un totale di quasi 1 milione e mezzo di ettolitri l’anno; 3 mila esercizi commerciali serviti quotidianamente dalla rete di vendita.