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Il sostegno del Vaticano a Gorizia-Nova Gorica Capitale della Cultura nell’anno del Giubileo

Il 2025 non sarà solo l’anno di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura, sarà anche l’anno del Giubileo di Roma e i due appuntamenti possono convivere e integrarsi tra loro nel segno della pace. Lo ha evidenziato monsignor Salvatore Pennacchio, presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, la scuola di diplomazia del Vaticano, che è stato in visita a Gorizia insieme a sette dei 34 alunni dell’istituzione alle dirette dipendenze della Segreteria di Stato della Santa Sede.

Dopo un incontro con l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, la delegazione ha fatto tappa alla Fondazione Carigo. «Lo spirito di pace e concordia caratterizza le due città e Papa Francesco insiste su questo concetto nella speranza che i conflitti cessino al più presto», ha detto il nunzio apostolico nell’incontro organizzato in via Carucci per illustrare il progetto di Go!2025.

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Monsignor Pennacchi – che poi si è recato in visita al polo universitario di via Alviano per un confronto con i docenti e gli studenti di Scienze internazionali e diplomatiche – ha auspicato che, dalla Palestina all’Ucraina, la via della diplomazia e della pace prevalga su quella dell’odio e delle armi proprio come è accaduto sul confine italo-sloveno.

«La nostra Pontificia Accademia Ecclesiastica ha accettato di buon grado l’invito a venire alla scoperta della pratica di quella “diplomazia del buon vicinato” che ha permesso a questa città, dalle due anime, ma con un cuore che batte all’unisono, di superare le divisioni del passato, fino a vedere oggi Gorizia e Nova Gorica presentarsi unite come Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera 2025», ha sottolineato, aggiungendo poi: «L’iniziativa Go!2025 è portatrice di un messaggio quanto mai essenziale in tempi come quelli in cui viviamo, segnati dalla divisione e dal conflitto, dall’incomprensione e dalla sfiducia nella possibilità di dialogare. Qui le differenze non sono state eliminate o, semplicemente, “abbattute”, come il muro che un tempo divideva piazza della Transalpina e tutta la città; sono, invece, diventate una ricchezza e un patrimonio per chi, come voi, ha deciso in diversi modi di affrontare la sfida di percorsi di reciproca conoscenza e cooperazione, finanche, laddove necessario, di riconciliazione».

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Da qui l’augurio per il prossimo anno, anno che – appunto – sarà anche anno Giubilare per Roma e per tutta la Chiesa: «Anche per Gorizia possa essere un’occasione per liberare le sue migliori energie a servizio dell’incontro fra persone, popoli e culture», ha concluso monsignor Pennacchi.

Se nel dare il benvenuto agli ospiti, il presidente della Fondazione Carigo Alberto Bergamin si è limitato a una riflessione sulla tragedia vissuta da Gorizia che si è trovata a dover vivere due guerre mondiali e sulla responsabilità che oggi ha insieme alla gemella Nova Gorica nei confronti dell’Europa, l’assessore comunale a Go!2025 Patrizia Artico ha ricordato come negli ultimi decenni le istituzioni abbiano lavorato per rimuovere gli odi, i rancori e le tensioni del passato.

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«Non è ancora tutto superato – ha detto la rappresentante della giunta Ziberna – ma si deve andare avanti. Il nostro messaggio è che ci si deve abbracciare tutti, anche con hi non la pensa come noi. In Europa siamo diventati un simbolo, purtroppo non per tutti. Oggi grazie al lavoro fatto in questi decenni, siamo diventati Capitale europea della Cultura e per valorizzare questo territorio stiamo lavorando anche con la Diocesi in chiave giubilare. Oltre agli eventi dobbiamo realizzare progetti che permettano alle due comunità di crescere e guardare al futuro, perché la crescita culturale, sociale e spirituale si intreccia con quella economica».

All’incontro hanno partecipato anche il delegato vescovile di Capodistria per Go!2025 don Bogdan Vidmar e il direttore generale di Promoturismo Fvg Iacopo Mestroni. «La regione – ha ricordato Mestroni – è un crocevia di popoli e culture. Gorizia è l’esempio lampante di una storia difficile che spesso abbiamo sottovalutato, ma può essere motivo di rilancio. Non saranno una mostra o un concerto a cambiare la città. Per la storia che Gorizia ha avuto, e per quello che è diventata oggi, il filo conduttore di Go!2025 è il messaggio legato alla pace». —

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