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Al Natural History Museum in scena 24 scatti Pirelli, alla Royal Academy of Arts Leonardo, Michelangelo e Raphael: geni e nudi a confronto.

In una immaginifica Londra che brilla di luminarie natalizie, due eventi glamour, agli antipodi, ma entrambi rivoluzionariamente belli. I nudi di The Cal, “Refresh and Reveal”, questo il titolo, sono magnificenza scultorea, i disegni di Michelangelo sono sempre una stupefacente Rivelazione. Leonardo, Michelangelo and Raphael (chissà perché hanno tradotto il nome di Raffaello in inglese) di fresca inaugurazione, sembrerebbe quasi che un fil rouge di plasticità li colleghi a The Cal. Come se Ethan James Green, il fotografo di spicco nella moda, si sia ispirato ai tre geni del Rinascimento, che abbia “modellato” i suoi scatti sugli schizzi di Leonardo. La celebrazione del corpo in tutte le sue forme nel processo creativo. I magnifici Tre, in competizione fra di loro, volevano attirare l’attenzione dei mecenati più potenti del tempo. Ogni edizione del calendario Pirelli lascia il segno nell’immaginario contemporaneo, ogni edizione sembra più bella della precedente: c’è il rituale dell’attesa e, quando ricevo il cartonage, provo già un sentimento di gioia nello scartare il primo involucro. Poi arriva il secondo contenitore/scrigno, sorpresa, eccolo, con la scritta Pirelli a rilievo su fondo acquamarina.

Pirelli è: industria e cultura”, ci ha ricordato the President, Marco Tronchetti Provera, lui è il mecenate/protettore di the Cal. Qualcuno ha ipotizzato la vendita del brand Calendario Pirelli, il più famoso al mondo. Lui smentisce categoricamente: “Fino a quando ci sarò io, non avverrà mai”. E meno male che da 36 anni è alla planche di comando. Altra domanda birichina: Dà qualche input nella realizzazione? “Assolutamente no. Il fotografo è libero di scegliere i suoi talent. E di comunicare il suo messaggio“. Un team di creativi che negli anni ha portato all’evoluzione sociale del calendario, da annuario con ammiccanti pin up per camionisti a oggetto di culto per collezionisti. Un’antenna per captare le nuove tendenze, culturali ed estetiche: del super cast non fanno più parte solo le modelle a incarnare la bellezza ma anche attori come Vincent Cassel, l’attivista americana e attrice Hunter Schafer, l’artista americana Martine Gutierrez, la cantante Elodie

Dunque, The Cal, the One and the Only, in una Miami che non sembra Miami. Un fotografo bello come un modello, che fa anche il regista e l’attore. Che si regala lui un autoscatto, sembra un busto leonardesco, appena coperto da un “peplo”, che emerge dalle acque di Virgina Keys Beach. Il suo è un messaggio anche di sostenibilità dove un pezzo di legno, sagomato dal tempo, appoggiato al corpo scultoreo della modella, diventa un corsetto. Un arbusto aggrovigliato si fa ornamento. Una corona di alghe indossata come un gioiello. Ogni set una coreografia da Land Art. Un’esplosione di natura ( per una volta non si accenna al surriscaldamento e alle devastazione ambientale) ma è una natura che fa sognare. E poi c’è il Gran Gala, quest’anno al Natural History Museum, illuminato di rosso, dove siamo stati tutti spettatori e protagonisti di una indimenticabile. Anfitrione della maison il principe reale Aimone d’Aosta, direttore generale Pirelli, con il suo tocco di classe, scarpa con suola rossa Louboutin, custom made. Glamour, impegno e continuità sono la faccia della stessa medaglia.

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