Colli Euganei, estrattori e ambientalisti a confronto sul destino delle cave di trachite
Futuro delle cave, dell’attività estrattiva e di un comparto pur oggi ridotto ai minimi: i prossimi giorni segneranno certamente una rotta. A parlare, dopo il pressing delle associazioni ambientaliste sul Parco Colli, sono direttamente le aziende che estraggono la trachite nobile dagli Euganei.
Lo fanno a poche ore da una decisione che si rivelerà cruciale per la loro realtà imprenditoriale: lunedì prossimo, alle 18, la Comunità del Parco Colli si riunirà per votare la prosecuzione e l’ampliamento dell’estrazione nelle quattro cave da taglio ancora attive nel territorio collinare euganeo. Sono la Giora, la Regina e la Rovarolla di Vo’, e la Buso di Cervarese Santa Croce.
La scadenza ha acceso un intenso dibattito, a detta degli imprenditori tuttavia non sempre chiaro e rigoroso verso l’attività portata avanti delle aziende che ora chiedono un nuovo ok al Parco.
Spiega Luigi Grandi, portavoce delle attività estrattive Trachite Euganea, Cave Trachite Toniolo, Cave Montemerlo e Canella Trachite Zovonite: «Negli ultimi giorni sono state date delle informazioni errate. La prosecuzione dell’estrazione non proseguirà con metodi tradizionali, ma proseguirà invece con metodi altamente innovativi come richiesto dalla legge regionale e come risulta dai progetti presentati».
Gli ambientalisti
Gli ambientalisti, in particolare, hanno appoggiato la linea scelta dalla Martini Costruzioni, che nella cava di Bagnara Alta, a Vo’, ha optato per lo scavo in galleria. «Il gruppo delle attività estrattive in fossa (a cielo aperto, ndr) non ha nulla contro le attività estrattive in galleria, che sono ancora in via sperimentale», continuano i cavatori. «Inoltre sono ancora da dimostrare le tesi dell’Università di Ferrara quanto alla pericolosità per i lavoratori in attività dentro le gallerie dei Colli Euganei per l’elevata presenza di radon. Ma esistono e gli ambientalisti dovrebbero prenderle in considerazione».
In particolare, «le attività estrattive a cielo aperto non si avvalgono più di mine per estrarre la trachite, ma solo di metodi innovativi meccanici come il filo diamantato, ad esempio».
Puntualizza il portavoce Grandi: «Nella legge di riordino dell’attività estrattiva nel Parco Colli non viene espressamente citata l’escavazione in galleria, che non è quindi obbligatoria». E su chi, come la Martini, ha deciso di seguire questo percorso: «Nulla da dire sulle scelte della ditta Martini per l’escavazione in galleria, in quanto le stesse si riconducono al principio del rischio d’impresa; non possono però condizionare scelte di altre aziende a cielo aperto o, come viene detto tecnicamente, in fossa».
La decisione finale
E ancora: «Anche il consumo del suolo viene rispettato in quanto l’escavazione proseguirà dentro l’attuale sedime di cava a fossa, quindi non è vero che verrebbe consumato più suolo di oggi. Inoltre le attività estrattive hanno già ottemperato ai ripristini richiesti dalla Regione e quindi non è altresì vero che le quattro cave provochino “effetti paesaggistici rilevanti e alterazioni permanenti dello stato dei luoghi” come riportato dall’articolo da un documento scritto dal Parco Colli. Nel merito si sottolinea che tutte le cave hanno completato le sistemazioni previste dal primo e dal secondo stralcio del piano territoriale di coordinamento, ottenendo il collaudo dall’Ente Parco.
Per quel che riguarda i ripristini del terzo stralcio le attività sono in attesa di conoscere le autorizzazioni future per ottemperare alle stesse dopo quindi l’esito del Paur».
Il direttore del Parco, Matteo Turlon, in sede di Consulta ha affermato che la commissione tecnica del Parco ha dato parere favorevole alle cave Giora, Buso e Regina perché l’estrazione è invisibile dai luoghi esterni, mentre cava Rovarolla determina variazioni apprezzabili dall’esterno.
«Ma le variazioni per cava Rovarolla sono state volute dalle stesse attività estrattive e anche dal Comune di Vo’ proprio per migliorare la vista del versante di cava e per il suo ripristino paesaggistico», sottolineano le aziende, che si riservano il diritto di tutelarsi in ogni ambito e sede istituzionale a norma di legge. Lunedì la decisione del Parco