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«Costituiamo un comitato del sì». Ma l’autostrada Cimpello-Gemona continua dividere

«Vi propongo di creare un comitato per il sì – ne ho visto uno, a favore del Cro, che ha vinto la sua battaglia –, un movimento che raggruppi chi è favorevole a quest’opera, sindaci, imprese, associazioni, che spieghi e rassicuri i profeti di sventura: questa è l’unica cosa da fare». Così il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, intervenendo all’incontro “Collegamento autostradale Cimpello-Gemona. Un dialogo per la migliore soluzione condivisa”, promosso dall’associazione Norberto Bobbio a villa Savorgnan di Lestans di Sequals.

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Come avviene da decenni, l’opera continua a dividere, e la dimostrazione la si è avuta anche venerdì 22 novembre. A fronte dei relatori, che hanno espresso opinioni favorevoli nei confronti del progetto per il quale la Regione ha diverse ipotesi di tracciato, vanno registrati anche interventi di tenore opposto, espressi dall’ex sindaco di Sequals ed ex attivista del comitato Arca Lucia D’Andrea e del sindaco di Pinzano al Tagliamento, Emiliano De Biasio. Non erano tra i relatori, questi ultimi, ma hanno chiesto di intervenire per esprimere dissenso. La sensazione, quando eventualmente si cercherà di dare concretezza ai ragionamenti in atto, è che, nel realizzare il collegamento, si dovrà tenere conto anche del fronte del no. Una maggioranza o una minoranza? Lo dirà, eventualmente, quella che sarà la dimensione della protesta.

Di certo, a oggi, c’è il desiderio delle categorie produttive e di una fetta delle amministrazioni locali di vedere realizzata l’opera. Nell’introdurre i lavori, Lodovico Sonego e Diego Carpenedo, della Bobbio, hanno ripercorso la storia dell’idea di creare l’arteria, che nasce negli anni Sessanta, ed espresso il desiderio di offrire una piattaforma di confronto. «I costi del fare - ha detto Sonego - sono inferiori a quelli del non fare». Carpenedo, che ha anche messo sul tavolo i risultati della richiesta che ha formulato all’intelligenza artificiale circa l’opera (secondo il programma produrrà vantaggi), ha ripercorso le tappe politiche del progetto. Quindi, è stata la volta dei relatori. «Da sempre sono favorevole a questa infrastruttura – ha sottolineato Agrusti –, come lo è il mondo economico. In questo paese è più facile parlare di ciclabili: per questo, serve un comitato per il sì». Una posizione condivisa da Michele Nencioni, direttore di Confindustria Udine: «Gli industriali friulani sono a favore dell’opera – ha affermato –. Confidiamo si arrivi subito a un’ipotesi di tracciato, la più sostenibile possibile». «Condivido quanto detto da Agrusti – ha aggiunto Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Udine –. In una democrazia bisogna individuare le priorità, e credo che questa sia una priorità. Ascoltiamo tutti, facciamo meno danni ambientali possibili, ma facciamo». Dopo l’intervento del sindaco di Sequals, Enrico Odorico, il quale si è soffermato sul lavoro che sta portando avanti assieme al Comune di Meduno per «togliere dal centro di Sequals 60 autoarticolati al giorno che incidono sulla vita dei residenti», è toccato al primo cittadino di Gemona, Roberto Revelant, sostenere il collegamento Cimpello-Gemona. «La vogliamo quanto prima – ha detto –. Le strade non servono solo i settori produttivi, ma ricordiamoci che la tenuta produttiva di un territorio garantisce la tenuta del tessuto sociale e servizi anche dove non ci sono insediamenti produttivi. Mi auguro che questa sia la volta buona: l’Alto Friuli è convintamente favorevole a quest’opera».

Fin qui i pareri positivi. Nello schieramento opposto, rispetto al confronto di venerdì 22 novembre, come detto, si collocano D’Andrea e De Biasio. «Serve mettere mano alla viabilità, realizzare un’autostrada è tutt’altro – ha rilevato D’Andrea –. Tracciato: bisogna capire dove passa prima di dire se va bene o no. L’ipotesi che passasse per Fagagna, che pareva la panacea di tutti i mali, è scomparsa: è successo perché la popolazione di quel comune è più numerosa e ha protestato? Non credo che la ripopolazione della montagna avvenga da un’autostrada, ma può verificarsi attraverso la sistemazione della viabilità esistente».

«L’opera – ha osservato De Biasio – a noi non porterebbe nulla: è velleitario dire che ripopolerebbe la montagna. Il nostro mondo imprenditoriale non riesce a pensare a niente di più innovativo? Non riesce a reinventarsi? Ci sono tante cose da fare, per la montagna. In primis bisogna contrastare il dissesto idrogeologico. A chi darebbe beneficio quest’opera? È arrivato il momento di parlare di questo territorio ragionando rispetto a una diversificazione dell’economia».

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