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L’Italia rivince la Coppa Davis, un dominio mondiale: Sinner e non solo, è l’Insalatiera di Berrettini e di un movimento vincente

L’Italia è ufficialmente il Paese più forte al mondo nel tennis. Difficile crederci, ma è così. A Malaga, gli azzurri hanno conquistato di nuovo la Coppa Davis, la seconda Insalatiera consecutiva, confermandosi al vertice di uno sport che li vede protagonisti in un modo che era impossibile perfino sognare. Già sembrava utopia avere un Federer, un Nadal, un Djokovic: è arrivato Jannik Sinner. Figurarsi pensare che dietro al numero 1 al mondo ci fosse un intero movimento con ben 9 giocatori italiani nei primi 100 della classifica Atp. Il simbolo di questo dominio è senza dubbio Sinner, leader indiscusso e trascinatore anche della squadra guidata da Filippo Volandri. A Malaga, nelle Finals di Coppa Davis, non ha perso nemmeno un set né in singolare né in doppio. Per stessa ammissione degli avversari, ormai solo la sua presenza incute timore e soggezione. Accanto a lui, a brillare però è stato soprattutto Matteo Berrettini. Dimenticato da molti, a causa degli infortuni e dei momenti bui, il romano ha trovato nella Davis la sua occasione di riscatto.

La finale è stata emblematica da questo punto di vista: i dubbi erano su Berrettini, che invece ha dominato contro van de Zandschulp. La vittoria di Sinner è stata al contrario tutt’altro che una formalità: contro un grande Griekspoor, l’altoatesino ha dovuto soffrire e lottare, emergendo comunque da vincitore. Sinner e Berrettini, a pensarci bene, sono i due volti che rappresentano perfettamente un intero movimento vincente. Dell’altoatesino si sono già dette fin troppe cose. La più interessante però l’ha sottolineata proprio Berrettini: è una fonte d’ispirazione per tutti gli altri azzurri, perché ha dimostrato come sia doveroso e necessario mettere il lavoro al servizio del talento. È l’unica strada per emergere nel tennis, forse nello sport moderno in generale.

Un’altra cosa va detta su Sinner, l’altoatesino con la residenza a Montecarlo: ha scelto di mettere la maglia azzurra al centro del suo finale di stagione, al contrario di molti altri top player. Ha riposato in autunno per essere al top per le Atp Finals di Torino e per la Coppa Davis. Gli altri top non lo hanno fatto: Zverev ha dato forfait con la Germania, un Alcaraz sfiancato è uscito subito con la Spagna, mentre Fritz non ha giocato il doppio decisivo con gli Stati Uniti perché stanco dopo le fatiche di Torino. Sinner, invece, ha calibrato la sua preparazione per avere ancora le ultime briciole di energia da dare all’Italia.

Questa Coppa Davis però è soprattutto il simbolo del riscatto di Berrettini. La sua storia è un esempio per chiunque aspiri a emergere dopo periodi difficili: credere nelle proprie capacità, non ascoltare le critiche e non perdere mai la determinazione. A Malaga si è rivisto il miglior tennis di un giocatore capace in passato di arrivare alla finale di Wimbledon e alla posizione numero 6 al mondo. Averlo al fianco di Sinner permette all’Italia di non dipendere più da un solo giocatore. Per questo Berrettini è l’emblema di un movimento straordinario che può contare su una profondità inedita. A Malaga c’erano anche Musetti, Bolelli e Vavassori, senza dimenticare che il cammino era iniziato a Bologna, con le presenze fondamentali di Cobolli e Arnaldi. E non può non essere citato anche Lorenzo Sonego, eroe della Davis 2023, il successo che ha spianato la strada al nuovo ciclo azzurro. Ma ci sono anche il capitano Filippo Volandri e una lunga schiera di tecnici italiani, che eccellono nell’interpretare e spiegare oggi cosa fare con la racchetta. Questa Coppa Davis è la celebrazione di un’Italia che domina nel tennis. Sinner e Berrettini sono l’apice di un gruppo vincente, forse ad oggi il meglio dello sport azzurro nel mondo.

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