Khamenei: “Il mandato di arresto non basta, il criminale Netanyahu andrebbe giustiziato”: Teheran: “Ora risposta all’attacco di ottobre”
Ali Khamenei torna ad alzare i toni contro Israele. “Il recente mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa non è sufficiente. Netanyahu e le autorità israeliane dovrebbero essere giustiziati per crimini di guerra”, ha detto la Guida suprema dell’Iran durante un incontro con i membri delle forze militari volontarie Basij, affiliate alle Guardie rivoluzionarie. Nelle stesse ore la radio delle Israel Defense Forces he riferito che l’ex responsabile della Difesa israeliano Yoav Gallant si recherà negli Stati Uniti a meno di una settimana dal mandato di cattura emesso dalla Cpi nei suoi confronti, di Benjamin Netanyahu e del leader di Hamas Mohammed Deif.
Teheran torna anche a parlare di guerra. “I funzionari militari e del governo iraniani stanno preparando misure per dare una risposta adeguata all’attacco israeliano del 26 ottobre contro l’Iran”, ha affermato Ali Larijani, consigliere di Khamenei, aggiungendo che la questione necessita di attente considerazioni e segretezza in quanto è correlata alla sicurezza nazionale dell’Iran. Riferendosi alla sua recente visita in Siria e Libano, Larijani ha detto all’agenzia semi-ufficiale Tasnim che durante la sua permanenza ha trasmesso il messaggio di Khamenei alle autorità siriane e libanesi.
Larijani ha anche parlato dei possibili colloqui diretti tra Iran e Stati Uniti, affermando che sarà Teheran a scegliere il momento per i negoziati, che dipendono dagli interessi nazionali del Paese. “Siamo pronti a tenere colloqui sul nucleare con il prossimo governo degli Stati Uniti per raggiungere un nuovo accordo”, ha aggiunto il funzionario. Larijani ha anche affermato che l’Iran ha stabilito nuove condizioni, che includono un risarcimento per il ritiro di Washington dall’accordo nel 2018, il riconoscimento delle attività di arricchimento dell’Iran fino a un livello di purezza del 60% e la fine delle decisioni “unilaterali” contro il programma atomico iraniano.
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