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Da atleta a maestro, il percorso ricco di passione di Joel Salto

STRAMBINO

Da atleta a maestro di sci, Joel Salto, 29 anni, di Strambino, è riuscito a realizzare il suo sogno, coltivandolo sin dall'età di tre anni, quando per la prima volta ha indossato gli sci.

«Ho iniziato allo Sci club Caluso, poi ho smesso per un periodo, prima di passare allo Sci club Val D'Ayas, dove ho militato facendo tutte le categorie giovanili – racconta Salto –. Nel corso degli anni, poi, ho voluto anche partecipare al corso da maestro di sci, che è molto duro perché fortemente selettivo. Nonostante ciò non mi sono mai abbattuto: ho lavorato alla scuola di sci di Cesana, prima di approdare allo Sci club Mont Glacier, dove ho seguito la categoria Cuccioli, prima di approdare allo Sci club Val d'Ayas, fino a diventare l'attuale responsabile tecnico dello Sci club Canavese».

Salto parla anche di come lo sci lo abbia cambiato, soprattutto a livello di gestione dell'ansia, non solo durante le gare, ma anche nella vita: «Ero una persona molto ansiosa e questo sport mi è servito molto nella gestione di questa problematica. Ho imparato a controllarla, anche perché lo sci ti porta ad adattarti meglio alle circostanze esterne e ti prepara alla capacità di guardare sempre avanti per raggiungere ogni traguardo: in gara arrivare fino alla fine cercando di non saltare nessuna porta, nella vita a raggiungere l'obiettivo che ci si è prefissati».

Maestro di sci nel club di Champoluc, frazione del Comune di Ayas, ma soprattutto consapevole di aver raggiunto il suo obiettivo, non tanto nell'essere salito di grado, passando da atleta a maestro, quanto più di aver formato e reso felici a livello sportivo molti suoi allievi, è il risultato raggiunto da Salto: «Uno dei momenti più belli e gratificanti di questo sport è ricevere il riconoscimento per aver fatto raggiungere obiettivi importanti: tra i tanti atleti che ho seguito, per esempio, c'era una ragazza che ha iniziato a fare sci all'età di 8 anni e quando ne aveva 15 ha vinto la sua prima gara. Dopo tanto impegno in allenamento e voglia di migliorarsi ad ogni prova che faceva, con questa allieva a fine gara ci siamo congratulati a vicenda. Mi ha fatto sentire fiero di quello che avevo fatto in tutti quegli anni aiutandola a prepararsi per le competizioni e a mettersi in gioco. È stata una bella dimostrazione, non solo di passione che si ha dentro, ma anche di onestà e riconoscenza tra allieva e maestro, un fatto che ho apprezzato molto. Questa avventura mi ha insegnato molto, come del resto fa lo sci, uno sport in cui si è sempre in competizione, prima con se stessi e poi con gli altri». Loris Ponsetto

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