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Barbara Pasetti trasferita in cella a Bollate: «A Vigevano condizioni inumane»

PAVIA. Due settimane di sconto sulla pena per essere rimasta detenuta, per 142 giorni, in una cella del carcere dei Piccolini di Vigevano in condizioni «inumane e degradanti». Barbara Pasetti, 41 anni, condannata a 13 anni e 4 mesi per l’omicidio del commerciante di biciclette Luigi Criscuolo, 60 anni, ha avuto ragione nel ricorso presentato dalla sua avvocata, Irene Valentina Anrò, davanti al magistrato di sorveglianza.

La difesa contestava le condizioni della detenzione, a cominciare dagli spazi della cella. Ora Pasetti non si trova più nel carcere di Vigevano, ma è stata trasferita a Bollate, dove la detenuta conta di poter accedere a programmi di recupero e di lavoro in carcere.

Il ricorso

Pasetti sta scontando la pena per avere ucciso il commerciante conosciuto come Gigi Bici, dal nome del negozio che la vittima aveva gestito per anni in corso Garibaldi a Pavia. L’uomo, scomparso la mattina dell’8 novembre 2021, fu trovato senza vita il pomeriggio del 21 dicembre davanti alla tenuta di Pasetti, alla frazione Calignano di Cura Carpignano. Criscuolo fu ucciso con un colpo di pistola: a sparare, secondo quanto stabilito dal processo, fu Barbara Pasetti, che si trova per questo delitto in carcere da quasi tre anni, dal 20 gennaio 2022.

Un periodo trascorso, per buona parte, al carcere dei Piccolini. Il ricorso è stato presentato sulla scorta della cosiddetta sentenza Torreggiani, che riguardò sette ricorsi depositati tra il 2009 e il 2010 da altrettanti detenuti, tre italiani, due marocchini, uno ivoriano e uno albanese, che lamentavano di aver subito un trattamento inumano e degradante. Lamentavano gli spazi ridotti, che le celle erano scarsamente illuminate e che l’accesso all’acqua calda per le docce era limitato. Tutte violazioni dell’articolo 3 della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo, che sotto la voce «proibizione della tortura» stabilisce che «nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti». Il magistrato di sorveglianza può dunque, in presenza di queste violazioni, stabilire dei risarcimenti, abbuonando al detenuto un giorno di pena residua per ogni 10 giorni durante i quali c’è stata la violazione.

Lo sconto

Nel caso di Pasetti il magistrato ha riconosciuto che le condizioni «inumane e degradanti», in relazione agli spazi e allo stato della cella (non si può scendere sotto i tre metri quadrati per persona), sono durante 142 giorni. Applicando lo sconto di un giorno per ogni dieci di detenzione si è arrivati al calcolo di 15 giorni complessivi che saranno tolti dalla pena residua.

Dopo la decisione del magistrato di sorveglianza la detenuta è stata trasferita al carcere di Bollate. «La mia assistita ha apprezzato questo spostamento, giunto anche perché in carcere ha avuto un comportamento ineccepibile: a Bollate forse avrà maggiori possibilità di intraprendere un percorso anche lavorativo – spiega l’avvocata Anrò –. Arrivare a Bollate significa poter accedere a un progetto di reinserimento graduale nella società». —

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