Vallanzasca trasferito dal carcere alla Rsa in provincia di Padova
Renato Vallanzasca, per il quale il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha disposto il 13 settembre scorso il "differimento pena" in detenzione domiciliare per "incompatibilità col carcere" per le sue gravi condizioni di salute, è stato effettivamente trasferito nei giorni scorsi nella Rsa dell'Opera della Provvidenza Sant'Antonio, in provincia di Padova.
Struttura, che si occupa di malati di Alzheimer e demenza, individuata nei mesi scorsi dai legali del 74enne, gli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi, e che ha dato la propria disponibilità ad accoglierlo.
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Sono passati più di due mesi, nei quali il 74enne ex boss della banda della Comasina con "fine pena mai" è rimasto nel carcere di Bollate, prima dell'effettivo trasferimento, perché i legali hanno dovuto occuparsi anche di tutta una serie di formalità e certificazioni.
E’ stato assegnato dall’équipe multidisciplinare che lo ha in carico a uno dei Nuclei residenziali per persone con decadimento cognitivo in fase molto avanzata. A completamento del percorso, il 26 novembre il Tribunale di Sorveglianza ha preso formalmente atto dell’avvenuto trasferimento e, come da procedura, la posizione di Vallanzasca verrà rivalutata tra due anni.
«Poiché la mission primaria dell’OPSA è tutelare i suoi ospiti (600 tra area disabilità e area anziani non autosufficienti), i loro familiari, i 590 collaboratori e collaboratrici che quotidianamente qui lavorano, nonché le altre 180 persone che con il volontariato dedicano il loro tempo alla struttura – si legge nella nota della Rsa –, la dirigenza dell’Opera della Provvidenza ha preferito evitare qualsiasi clamore mediatico in questi primi giorni, per consentire l’inserimento di Vallanzasca con quella attenzione, professionalità e serenità che vengono garantite a qualsiasi Ospite. Inserimento che sta avvenendo con successo, proprio grazie alla tranquillità di questi giorni, tranquillità che l’OPSA intende mantenere a beneficio di tutti».
«Nei mesi scorsi i legali di Vallanzasca, durante la ricerca di una struttura da indicare nell’istanza di modifica del regime detentivo – continua la nota – hanno contattato per avere un orientamento anche la cooperativa Giotto, nota a livello nazionale per i suoi progetti di inserimento lavorativo che coinvolgono anche i detenuti, e che collabora stabilmente da molti anni con l’OPSA. L’équipe interna di OPSA, su richiesta, ha verificato che il livello di malattia espresso da Vallanzasca fosse compatibile con il tipo di assistenza sanitaria e socioassistenziale che viene offerto nei propri Centri Servizi, e ha dato disponibilità ad accoglierlo nell’eventualità che gli fosse concessa la detenzione domiciliare. Disponibilità esplicitamente subordinata all’espletamento di necessari passaggi burocratici di natura amministrativa e sociosanitaria che, al momento della prima decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano lo scorso 13 settembre, erano in fase appena iniziale».
Ancora: «Poiché l’Opera della Provvidenza S. Antonio è una struttura accreditata dalla Regione Veneto e afferente all’Ulss 6 Euganea, non avrebbe accolto Vallanzasca in forma privatistica: egli ha dovuto quindi affrontare le procedure di ogni altro anziano con decadimento cognitivo che richiede il ricovero in struttura. Ciò ha significato essere sottoposto alla valutazione dell’Unità valutativa multidisciplinare distrettuale (UVMD), così da poter richiedere e ottenere l’impegnativa di residenzialità, e da lì il trasferimento in struttura con anche un trasferimento di competenza dalla Regione Lombardia alla Regione Veneto. Inoltre, essendo Vallanzasca di fatto un uomo ora solo, è stato necessario attendere anche la nomina di un amministratore di sostegno. Ora che Vallanzasca è all’OPSA, al pari degli altri Ospiti beneficerà di un percorso terapeutico e di un’assistenza centrati sulla sua persona e sui suoi bisogni, cosa che ha fatto di questa struttura un punto di riferimento nel settore. Inoltre, la cooperativa Giotto si è impegnata a supportare OPSA per quanto di competenza».