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Ragazzina vuole denunciare le molestie in stazione, ma trova l’ufficio chiuso. Il questore: «Inaccettabile»

Mercoledì 27 novembre mattina il questore di Treviso, Alessandra Simone, incontrerà Anna e i suoi genitori e chiederà loro scusa: «Una ragazzina ha subito un fatto odiosissimo, è grave se non ha potuto sporgere denuncia in questura».

Martedì mattina un ciclone ha investito la questura di Treviso: Anna (nome di fantasia), di appena 14 anni, domenica è stata vittima di una violenza sessuale in stazione, ma non ha potuto sporgere denuncia in questura perché ha trovato lo sportello chiuso.

«Su consiglio della Polfer siamo andati in questura, ma lì ci hanno detto che saremmo dovuti tornare il giorno successivo. Mi chiedo come possa essere possibile rispondere così ad una ragazzina dopo che è stata aggredita e molestata» aveva dichiarato il padre.

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La reazione

La reazione del questore non si è fatta attendere: «Stiamo facendo degli accertamenti su quello che è successo. Io stessa sarò felice di incontrare il padre della ragazzina per approfondire meglio le cose. Lo faremo e daremo il massimo sostegno e il massimo aiuto ad Anna», afferma Simone, «Ho sempre detto che da parte della polizia di Stato c’è una grande sensibilità al tema della violenza di genere e se emergeranno delle responsabilità, prenderemo dei provvedimenti, anche relativamente al grado di sensibilità verso questa tipologia di reati».

Il questore analizza la situazione: «Le strutture sono fatte di donne e uomini: in mezzo a tanti professionisti attenti c’è sempre qualche anello debole della catena, che magari può non funzionare correttamente come gli altri. Ora dobbiamo dare sostegno alla ragazza e alla sua famiglia».

L’episodio

Domenica pomeriggio, dopo aver partecipato alla manifestazione contro la violenza sulle donne, Anna è stata vittima di violenza sessuale da parte di un uomo che, bloccandole le braccia con la forza, ha cominciato a baciarla in viso e poi sulla bocca.

La ragazzina sconvolta è riuscita a scappare a scappare e a chiamare suo papà, mentre l’uomo e il suo complice si sono dileguati.

Insieme sono andati negli uffici della Polfer dove insieme hanno visto le immagini di videosorveglianza per ricostruire il fatto appena successo e tentare di risalire all’identità degli aggressori, poi su consiglio dell’agente presente in stazione sono andati in questura e, infine, sono stati dirottati al comando dei carabinieri.

Le indagini

Intanto le indagini sono ancora in corso e sono state requisite le immagini di videosorveglianza della stazione: rappresentano la prova regina che potrebbe incastrare l’uomo che ha tentato di violentare la 14enne.

I frame sono stati posti sotto sequestro istruttorio e serviranno agli inquirenti per arrivare all’identità dell’uomo, sulla quale non ci sarebbero, però, evidenze. Indagini in corso anche per verificare eventuali connessioni con episodi analoghi avvenuti nei mesi scorsi in provincia.

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