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Intelligenza artificiale e percezione dei corpi: un saggio ne analizza il rapporto

Dagli ultimi dati sugli iscritti, il nuovo corso di laurea triennale in Filosofia e trasformazione digitale dell’Università di Udine sta destando molto interesse. Il corso combina una solida base tradizionale con un approccio innovativo legato alle nuove tecnologie digitali. La scommessa non è proporre un approccio tecnologico per umanisti, ma partire dal presupposto che il digitale abbia già abbattuto ogni tipo di barriera e rigida opposizione tra i diversi saperi. Per comprenderlo, non possiamo limitarci a una casella specifica, nemmeno quella dell’informatica, perché la rivoluzione digitale riguarda l’intera sfera della nostra esistenza, sia pubblica che privata. La sola disciplina che per sua natura non ha un perimetro definito, ma può spaziare all’interno dei diversi campi del sapere, è la filosofia.

Dal laboratorio udinese, dopo anni di ricerca, vede la luce l’ultimo libro di Floriana Ferro, Fenomenologia del digitale. Corpi e dimensioni al tempo dell’Intelligenza Artificiale, che sarà presentato giovedì 28 novembre, alle 18.30 alla Libreria Tarantola di Udine.

Floriana Ferro affronta alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo: che cos’è il digitale e come può essere definito? In che modo la tecnologia modifica la percezione del corpo e le nostre relazioni con oggetti, eventi e ambienti, specialmente quando ci immergiamo in realtà virtuali o aumentate? Questi interrogativi trovano risposta attraverso una prospettiva filosofica che mira a cogliere il senso stesso che le nuove tecnologie ci offrono rispetto alle nostre pratiche quotidiane. Questo mi pare il punto decisivo: il digitale non solo impatta sulla nostra esistenza, ma sta determinando il nostro modo di relazionarci al mondo e agli altri, diventando un modello di intermediazione imprescindibile.

Se ogni cosa, per essere integrata nel sistema e nella rete, dovrà avere un “gemello digitale”, significa che il digitale stesso diventerà presto la nostra condizione di esistenza: ciò che ci permette di fare esperienza del mondo e di attribuire significato alle cose.

Leggere il testo di Ferro può essere illuminante per chi vuole approfondire temi fondamentali, come il rapporto tra analogico e digitale. L’autrice propone concetti chiave, tra cui quello di “continuum analogico-digitale”, utile per analizzare questa relazione non in termini di contrapposizione, ma di continuità. Questo modello teorico consente di comprendere come il mondo, inteso come correlato della nostra esperienza, si configuri come una stratificazione di dimensioni ibride, in cui il corpo umano e i dispositivi tecnologici si intrecciano, generando nuove forme di esperienza. Attraverso un approccio interdisciplinare, Ferro cerca di rispondere a domande che riguardano non solo il nostro presente, ma anche il futuro delle relazioni tra umani e macchine.

L’autrice analizza il progresso tecnologico con uno sguardo critico, evitando un ottimismo acritico e invitando alla consapevolezza del presente. Pur riconoscendo il potenziale innovativo delle tecnologie digitali, sottolinea l’importanza di una riflessione attenta che guidi il loro utilizzo.

Uno degli aspetti più interessanti del lavoro di Ferro è la capacità di intrecciare tradizione e innovazione. L’obiettivo non è solo comprendere il presente, ma anche delineare nuove strade per il pensiero filosofico, in grado di affrontare la complessità di un mondo in cui umano e tecnologico sono sempre più intrecciati.

Le tecnologie offrono alle nostre percezioni degli oggetti situati in ambienti misti: realtà virtuale e aumentata non sono solo nuovi strumenti tecnologici, ma vere e proprie dimensioni in cui avviene un diverso rapporto con il mondo. Attraverso il metodo fenomenologico adottato dall’autrice, si dimostra che non si tratta soltanto di innovazioni tecniche, ma anche di sfide concettuali, che richiedono un ripensamento di molte categorie tradizionali del pensiero.

D’altronde, la filosofia è viva nella misura in cui si confronta col mondo di oggi, cercando di interpretarne le trasformazioni in atto, e questo libro si muove esattamente in questa direzione.

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