I grandi della Terra? Dei narcisisti: un giochino puerile che potrebbe scappargli di mano
“Chi è più virile?”. Questa pare la domanda che i “grandi?” della terra, chiusi in un loro mondo fatto di relazioni ristrette a un piccolo gruppo autoreferenziale, si stanno ponendo. E’ più tosto e dotato Trump o Putin? I comprimari invidiosi vogliono mostrare la posa belligerante alcuni mettendosi il tacco per apparire più alti e tosti come Zelensky e Macron altri per ribadire che loro, petto in fuori, non si tirano indietro. Tra i più ridicoli annoveriamo la nostra presidente del Consiglio che vuole assumere una postura marziale senza rendersi conto che non sapremmo neppure difendere Lampedusa se qualcuno ci attaccasse.
Ora è chiaro che la guerra è in stallo con una mezza sconfitta (non riuscire a espugnare Kiev) e una mezza vittoria (il Donbass) da parte dei Russi. Occorre andare al tavolo della pace con lo sguardo truce di chi afferma: “Ce l’ho più lungo io! Gne, gne!”. Se tu mi tiri fuori il cannone da trecento km io te ne mostro uno da 600. Si tratta di un giochino puerile, infantile fino a che si vuole, ma molto pericoloso. Potrebbe scappare di mano a qualche governate che vuole dimostrare di essere il più furbo del mazzo (ma forse non lo è?). D’altronde la classe dirigente europea, americana e russa farebbe scappare da ridere se non fosse stata in grado di rovinare la vita di milioni di loro cittadini. Non si vedono all’orizzonte degli statisti ma solo dei guitti che, non si sa come, sono stati catapultati ad assumere ruoli di enorme potere e che possono decidere della nostra vita. Non si capisce come escano fuori certi governati?
Vorrei provare a interrogare la psicologia. Presumibilmente solo una persona profondamente intrisa di narcisismo e incapace di percepire i propri limiti ha il coraggio di proporre se stessa per il compito di governare gli altri. Chi ha un minimo di autoconsapevolezza di sé non si cimenterebbe mai per un compito tanto gravoso. Si renderebbe conto della complessità e desisterebbe. Solo un perfetto incosciente, casomai molto furbo ma incapace di comprendere la portata delle decisioni da prendere, si butta nell’agone. Ma come mai i cittadini nelle democrazie col voto e nelle dittature con gruppi di appoggio si accontentano di persone così mediocri e visibilmente narcisiste?
Il narcisista esercita un fascino sulle altre persone in quanto esprime una sicurezza di superficie e nasconde accuratamente la sofferenza interiore. Riesce ad essere come gli altri lo desiderano, un simbolo che può rappresentare tutto e il suo contrario. La sua vita spesso appare come una commedia in cui interpreta, consapevolmente, un ruolo che non gli appartiene. Il bisogno profondo del narcisista è quello di riempire il disagio interiore molto profondo che avverte con l’ammirazione degli altri che colmano temporaneamente il suo “vuoto esistenziale”. Il narcisista non interpreta un personaggio ma bensì “si sente” il personaggio. Riesce ad esercitare grande fascino perché, eliminando la complessità del mondo, offre agli altri una visione univoca, chiara e semplice della realtà. Emana sicurezza, pur essendo come abbiamo detto profondamente angosciato, perché crede fino in fondo al suo personaggio. Anzi trova nel suo personaggio la ragione della propria esistenza.
Mi viene in mente la banana di Cattellan battuta all’asta per sei milioni di dollari. Il narcisista è come quella banana. Da un lato sa di valere poco in quanto il costo fisico di quel frutto è basso aggravato dal fatto che in breve si decomporrà. Dall’altro però il narcisista, come la banana, cerca di assumere il ruolo di simbolo e rappresentare un ideale cui gli altri esseri umani tendono. La banana nel momento in cui diviene opera d’arte trascende se stessa. Allo stesso modo il narcisista, che diverrà governante di una nazione, rappresenta per le grandi masse di popolo il senso dell’esistenza.
Dovremmo svegliarci dall’illusione? Spendere sei milioni di dollari per quella banana non la rende eterna e non le conferisce l’ immortalità. Sprecare milioni di vite e miliardi di risorse per una guerra territoriale, in un mondo in cui i confini sono sempre più labili e insignificanti, non darà un senso alla nostra esistenza.
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