Crescono le indennità all’Università di Padova, il cda replica alle critiche di Gilda Unams
Non un centesimo di più, anzi forse di meno, potrebbe entrare nelle tasche degli organi dell’Università di Padova. Il “meno”, però, è rispetto al range di generale aumento previsto per legge (e applicabile anche al Bo) nell’adeguamento delle indennità annue all’interno delle Pubbliche Amministrazioni di cui le università statali fanno parte. Tiene a precisarlo l’ateneo patavino, replicando alla protesta della federazione Gilda Unams montata contro le maggiorazioni – ritenute dal sindacato «inopportune» – dei compensi per rettrice, prorettori, revisori dei conti e membri del consiglio di amministrazione dell’Università.
«Nell’ultima seduta di mandato (il 24 settembre, ndr) il Cda uscente ha applicato la legge scegliendo il livello più basso previsto dalla norma», chiarisce il Bo in una nota.
Gli aumenti sono al momento congelati perché in attesa dell’autorizzazione necessaria dal ministero. Se passasse, avrebbe decorrenza ottobre 2024.
Le ragioni degli aumenti
A stabilire la rideterminazione è stato un quadro normativo statale. A comporlo la legge di stabilità 2020, un Dpcm del 23 agosto 2022 seguito da una circolare della presidenza del Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2022 e da una circolare del Ministero dell’Università e della Ricerca del 31 luglio 2023.
«Con questi provvedimenti si stabilisce che tutte le pubbliche Amministrazioni, comprese le università statali, rideterminino il livello delle indennità degli organi di vertice in base al grado di autonomia delle fonti finanziarie facendo riferimento al rapporto proventi propri e totale proventi operativi nel triennio di riferimento, alla presenza di un bilancio consolidato di gruppo e alla distribuzione delle sedi sul territorio regionale», spiega l’Ateneo.
Secondo le fasce di suddivisione delle università previste dal Dpcm i limiti per l’ateneo patavino vanno da un minimo di 150 mila a un massimo di 180 mila per l’indennità della rettrice, da 37.500 a 45 mila per il prorettore vicario; per i componenti del cda dai 15 ai 18 mila, dai 18 ai 21.600 per il presidente del collegio dei revisori dei conti, e dai 15 ai 18 mila per i membri del collegio dei revisori dei conti.
«La delibera è ad invarianza di spesa perché il maggiore costo annuo di 141.514, 36 euro sarà recuperato integralmente attraverso una riduzione delle spese di locazione passiva», sottolinea l’Università.
Lordi annui in più
La rettrice, che da 86 mila euro lordi annui sale di 14 mila, si è vista accogliere dal cda «la richiesta di assestarsi 50 mila euro sotto il limite minimo previsto dalla legge», precisa l’Università.
Il prorettore vicario passa da 32.536 a 37.500 euro lordi annui, il presidente del collegio dei revisori dei conti da 13.521 a 18 mila, i membri del collegio dei revisori dei conti da 9.689 a 15 mila, «eliminando la previsione che venissero retribuiti anche i revisori supplenti», si legge in nota.
Per ciascuno dei 10 tra docenti, studenti e studentesse, personale tecnico amministrativo e membri esterni del cda (rettrice esclusa), ai 200 euro di gettone di presenza, si aggiungono 12 mila euro lordi annui.
Personale tecnico amministrativo
La stessa seduta di fine settembre ha autorizzato infine l’aumento del salario accessorio del personale tecnico ed amministrativo – tra i punti sollevati da Gilda Umans – di quasi 1,7 milioni. «Passando dai 4.587.111 euro del 2023 ai 6.275.351 del 2024.