Ex tecnico Siot di Muggia accusato di tangenti: «I soldi in armadio? Di mia moglie»
«Non ho mai ricevuto soldi da nessuno», ha detto e ripetuto ieri in tribunale il cinquantanovenne muggesano Tullio Bellen, l’ex tecnico manutentore della Siot a processo per un presunto sistema di tangenti protratto per anni. L’imputato, ex assessore della giunta Marzi, noto nell’associazionismo sportivo, deve rispondere di estorsione e truffa: si sarebbe fatto pagare le percentuali da una ditta che aveva in appalto i lavori per la Siot. Ma gli sono contestati anche favori personali: sempre lavori edili, ma a casa propria. Tutto questo da aprile 2011 a primavera 2019, quindi anche quando l’uomo ricopriva il ruolo politico in Comune a Muggia. Nell’agosto del 2020 Bellen era stato licenziato dalla Siot.
Sul caso avevano indagato inizialmente il pm Federico Frezza, ora procuratore facente funzioni, e poi il pm Maddalena Chergia.
La difesa
Mercoledì il muggesano, difeso dagli avvocati Antonio Santoro e Raffaella Del Punta, è stato sentito in aula davanti al giudice Enzo Truncellito. Soprattutto sul nodo centrale dell’indagine: cioè quel 10% che l’ex tecnico «con ripetute minacce» si sarebbe fatto corrispondere dalla Edilcostruzioni sul totale dell’importo di ogni contratto stipulato con la Siot, parte lesa in questo procedimento. In pratica se i responsabili dell’impresa non avessero accettato le sue richieste, la società non avrebbe potuto ricevere incarichi dall’oleodotto. Questa l’accusa. Così facendo, tra il 15 aprile 2011 e la primavera del 2019, Bellen avrebbe intascato 193.850 euro.
L’ imputato in aula
In aula l’imputato ha ricostruito i suoi rapporti professionali con la ditta: rapporti «quotidiani» in particolare con il titolare, Michele Bilancia (costituito parte civile e difeso dall’avvocato Alfredo Antonini), e il padre Antonio Bilancia socio dell’azienda. Edilcostruzioni era infatti entrata tra i fornitori della Siot nel 2011 per gli interventi di manutenzione. «Non mi sono mai permesso di chiedere un solo centesimo, dall’Edilcostruzioni non ho mai ricevuto denaro», ha ribadito il cinquantanovenne soffermandosi a lungo sulle modalità di affidamento dei lavori e di controllo. «Non ho mai preteso il 10%, nel modo più assoluto», ha rimarcato l’imputato. Le relazioni personali con i Bilancia si erano incrinati nel maggio del 2020, dopo che, a detta di Bellen, per la ditta non sarebbero più stati garantiti i cantieri per i successivi tre anni. «Hanno iniziato a dirmi (i Bilancia, ndr) che ci stai dicendo che non possiamo più fidarci di te..», ha raccontato in aula l’ex tecnico.
Tirata in ballo la Siot
Ma l’imputato ha tirato in ballo pure la Siot (costituita parte civile e rappresentata ieri in udienza dall’avvocato Elena Martinelli), facendo capire che la società all’epoca dei fatti aveva cominciato a ritenerlo un elemento «scomodo» dopo che lui, Bellen, aveva segnalato la presenza di materiale inquinante che si depositava nel suolo dalle cisterne per il greggio. Questa, almeno, la versione dell’imputato.
In casa del muggesano, comunque, i Carabinieri avevano scoperto oltre centomila euro in contanti dietro a un armadio e in alcuni cassetti. Da dove provenivano i soldi? Frutto delle tangenti contestate? L’imputato si è giustificato spiegando che si trattava di denaro prelevato dal proprio conto e da «emolumenti percepiti dalla moglie». Di più: «Mia moglie riceveva una paga in contanti, attorno ai 1.400 euro, che tenevamo in casa». L’avvocato Antonini ha incalzato Bellen su questo punto chiedendogli il motivo di questo suo modo di custodire i soldi. «Per paura dei crack finanziari», ha risposto il diretto interessato.
Tangenti e finanziamenti
Bellen, sempre in questo giro di presunte tangenti, deve giustificare pure alcuni finanziamenti a società sportive e a eventi cittadini a lui collegati: la Asd Marathon (di cui è stato presidente), la Trieste Atletica e la Mujalonga sul mar. I versamenti della ditta, secondo gli atti frutto di questo meccanismo estorsivo, sarebbero stati a un certo punto sostituiti da queste «erogazioni liberali».
C’è poi il capitolo che riguarda il Comune di Muggia. Da assessore – così negli atti – «costringeva» la Edilcostruzioni srl «a effettuare lavori per l’ente – di cui, appunto, all’epoca era assessore – imputando i relativi costi a Siot mediante fatture relative a lavori fittizi». Nella documentazione sono citati le demolizioni dello stadio Zaccaria, lo sfalcio di erba, la sistemazione della pavimentazione del campo da tennis e la realizzazione di una rampa di accesso. Bellen ha affermato in aula che «ciò che è stato fatto era concertato con il sindaco e la giunta».