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Il Pd è la vera alternativa alla destra di governo? La mia risposta è no

di Francesca Scoleri

E’ soddisfatta per le vittorie riportate in Emilia Romagna e in Umbria Elly Schlein e ne ha tutte le ragioni; fra le altre, la superiorità di consenso rispetto agli alleati e gongola in previsione di altre competizioni in cui, si dice certa, trionferà la linea “unitaria”. Resta da capire a chi è rivolto esattamente l’intento unitario, dal momento che in sede europea, il suo partito ha operato scelte di mutuo soccorso nei confronti di chi giura di ostacolare.

In un solo colpo, concede sostegno a Raffaele Fitto di Fratelli D’Italia e, contemporaneamente, l’ingresso alla destra nel governo europeo. E se questa è l’opposizione verrebbe da dire. Non a tutti, perché il punto intorno al quale ruota il dibattito pubblico sulle possibili alleanze di governo, è se i possibili alleati del Pd sono sinceramente di sinistra ma la domanda appropriata è: la contrapposizione alla destra di governo è il Pd? Per rispondere, è necessario chiederci se è stato contrapposizione ai governi Berlusconi, accaniti nella ricerca di impunità per il capo e chiunque avesse pendenze penali. O se lo è stato nei governi tecnici, quando i provvedimenti più severi, erano mirati a colpire le fasce di cittadini più fragili.

La risposta è no. Non ha dato prova di rappresentare la contrapposizione a destre, centro destre o piaghe simili e se dinanzi ai governi usciti da urne che ne hanno premiato i cosiddetti rivali, ha esibito la grinta di un porcellino d’India, coi governi tecnici ha dimostrato una prostrazione totale. Ieri, il capo chino era alle ingerenze dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed oggi come ieri, si deve agli umori del Quirinale. E quindi, il cambiamento affidato alla Schlein, in cosa consiste? Alla consueta tecnica da Gattopardo deduciamo. Scandagliando in profondità, è più facile parlare di matrimonio politico che non di divergenze. Dovremmo fidarci di chi commenta la vittoria di Trump come “una brutta notizia per il mondo intero” e sceglie di tacere sulla pericolosissima decisione di Biden di inasprire il conflitto fra Russia ed Ucraina come se la cosa non riguardasse il mondo intero?

In Italia sbraita contro il disastro sanità pubblica smantellato dal suo stesso partito ed aggravato dalle scelte dell’attuale governo di destinare fondi la dove non rappresentano priorità per gli italiani ma in Europa sceglie di sostenere in modo compatto – raramente accade – il possibile utilizzo del Pnrr per armare Kiev. Dove sta la coerenza? Dove sta la logica di questo partito che sulla politica estera, in tempi di conflitti e decisioni coraggiose, non si differenzia minimamente dalla destra di Giorgia Meloni?

La regia opaca della narrazione di questa finta contrapposizione è costituita da organi di informazione ed opinionisti ricercati con cura sulla base dell’onestà intellettuale: devono esserne privi. Una parte di essi, diciamo un 45%, cerca di convincerci che Meloni è l’unica leader in grado di guidare il Paese. Un altro 45% cerca di convincerci che la Schlein è l’unica leader in grado di guidare il Paese. C’è il restante 10% che non aderisce alla regia e tende a raccontare i fatti ricordando, per onestà e con spirito costruttivo che, a memoria d’uomo, le uniche scelte politiche promesse alle urne e portate al governo sono state del M5S che, durante il governo giallo-rosso, è riuscito persino a ridare dignità alla faccia di un partito che si proclama di sinistra ma ben altri fari guidano i suoi passi.

La nostra esigenza non è quella di liberarci dal governo Meloni e dei suoi disastri fra i quali spiccano la Giustizia ormai bene di lusso accessibile a pochi al pari della sanità o di un mondo del lavoro terreno di soprusi e schiavitù o di una scuola abbandonata ed oltraggiata nel suo scopo primario. La nostra esigenza – vitale a questo punto – è di liberarci dall’originale di questo governo e dalla minaccia di una sua copia.

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