Jacopo Rossi ha il pollice verde: «Una passione sin da piccolo»
IVREA. Grande appassionato di natura e del mondo delle piante sin da bambino Jacopo Rossi, 46 anni, di Ivrea racconta la sua esperienza da esperto di pollice verde.
Come è nata la sua passione e la sua esperienza in questo ambito?
«Ero molto curioso ed avevo voglia di studiare ed imparare, passavo molti pomeriggi in giardino, dopo la scuola, e, mentre i miei coetanei collezionavano figurine, raccoglievo semi e talee. Mia mamma ricorda ancora l’anno in cui scrissi una letterina a Babbo Natale chiedendo in dono un elenco di cactus e piante grasse di cui avevo riportato anche il nome botanico».
Qual è stato il suo percorso formativo?
«Dopo il liceo mi sono iscritto alla Facoltà di Agraria, dato che mi sembrava il corso di studi più vicino ai miei interessi. Una volta laureato, pensando di continuare nella carriera accademica, ho lavorato per un po’ di anni all’Università, ma poi ho capito che sarei dovuto rimanere precario per troppo tempo ed ho deciso di avventurarmi nel mondo esterno. Volendo provare esperienze diverse ho lavorato come consulente tecnico in un sindacato agricolo, per una onlus all’estero e per una azienda agricola nel Vercellese. Gli effetti della crisi economica del 2009, poi, mi hanno obbligato ad un periodo di disoccupazione, durante il quale ho capito che volevo costruire qualcosa di mio, avviare una mia impresa, superando la paura del lavoro in proprio».
Di qui la volontà di diventare giardiniere.
«Avevo avuto qualche esperienza occasionale come giardiniere dipendente ed avevo capito che quella poteva essere la mia strada, trasformando una passione in una professione. Ho deciso quindi di aprire una partita Iva agevolata, avendo allora meno di 35 anni, collaborando all’inizio con un collega già avviato e cercando di acquisire clienti miei. Per colmare le lacune formative ho seguito alcuni corsi regionali teorico-pratici co-finanziati dall’Unione europea (Psr 2007-13, Misura 11, Azione 2) e partecipato a workshop e giornate formative. Piano piano le cose hanno ingranato ed ora, dopo più di 10 anni, sono ancora convinto di aver fatto la scelta giusta».
Che cosa comporta il suo lavoro nello specifico?
«Poiché il lavoro del giardiniere comprende attività molto diverse, dal taglio dell’erba alla potatura delle siepi fino ai trattamenti fitosanitari, alla realizzazione di aiuole e prati e all’installazione di impianti di irrigazione e tanto altro, ognuno si specializza a seconda delle proprie capacità preferenze: in ogni caso c’è sempre un collega che la pensa diversamente e che può dare una mano». Quali sono gli aspetti più difficili del suo lavoro?
«Uno degli ambiti più difficili, ma anche più interessanti del lavoro del giardiniere, è sicuramente la potatura; non solo quella spettacolare fatta con il tree-climbing, ma anche quella più ordinaria degli alberi da frutto, dei cespugli, delle rose. La capacità di potare in maniera corretta, rispettando la fisiologia della pianta, è un aspetto che distingue un buon giardiniere da uno mediocre e presuppone di essersi formato con corsi specifici. Quando ci si trova a dover affrontare un lavoro più impegnativo normalmente si preferisce chiedere l’aiuto ai colleghi, piuttosto che ricorrere a manodopera occasionale, più difficile da reperire e da gestire ed a volte, in alcuni casi, anche non abbastanza qualificata».
Che cosa consiglia a chi vuole iniziare a intraprendere questa professione?
«Iniziare a lavorare come giardiniere è relativamente semplice, dato che l’investimento necessario non è esorbitante: lo consiglio a chi ama l’attività fisica, dato che è un lavoro faticoso nonostante l’aiuto derivante da macchinari ed attrezzature. Inoltre, un giardiniere deve stare all’aria aperta, con gli svantaggi relativi: non c’è aria condizionata in estate né riscaldamento in inverno e la pioggia a volte impedisce di lavorare proprio quando il lavoro è più pressante. Ma non ha prezzo la soddisfazione che si prova quando a fine giornata si lascia un giardino meglio di come lo si è trovato, o quando si crea un’aiuola dove prima c’era terreno nudo, o quando si pianta un albero e lo si segue nella crescita. Un aspetto che spesso non viene considerato, ma fa parte a pieno titolo del lavoro del giardiniere, è il contatto con le persone, siano clienti o colleghi, con i quali bisogna essere in grado di instaurare un rapporto positivo e collaborativo».Loris Ponsetto