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Iga Swiatek fallisce un test antidoping: un mese di sospensione, ecco cosa è successo

Sul sito dell’International Tennis Integrity Agency viene diramata una nota secondo la quale la ex numero uno del mondo Iga Swiatek ha accettato una sospensione di un mese per essere risultata positiva alla Trimetazidina durante un test al di fuori dei tornei nello scorso agosto.

La contaminazione, secondo quanto riporta l’Itia, è avvenuta a causa della presenza della sostanza proibita in un medicinale a base di melatonina prodotto e venduto in Polonia, e assunto dalla campionessa polacca per via dei problemi di Jet Lag e per i disturbi del sonno. Considerate le risultanze del colloquio con la tennista e il suo staff, le analisi presso un laboratorio accreditato dalla WADA e il fatto che al medicinale si può avere accesso senza prescrizione medica in Polonia, il livello di colpa della campionessa di Varsavia è stato valutato come il più lieve per gravità nel settore dei casi di “nessuna colpa o negligenza significativa”.

La ITIA ha comminato all’atleta una sospensione di un mese, già parzialmente scontata in settembre dal giorno 12 settembre, data di inizio del periodo di provvisoria sospensione fino al giorno 4 ottobre. Rimangono quindi otto giorni da scontare: pertanto, la squalifica terminerà il giorno 4 dicembre. La giocatrice ha inoltre perso il prize money di Cincinnati, il torneo che si è giocato a seguito del test fallito.

Nei fatti, il 12 agosto le analisi di laboratorio di un campione di urine dell’atleta polacca rilevano la presenza, a bassi livelli, di Trimetazidina. Le controanalisi, con il campione originario che viene diviso in due e analizzato due volte, confermano le prime risultanze; il dodici settembre la ITIA informa la tennista della violazione dell’articolo 2 del Tennis Anti_Doping Programme ai punti uno e due (presenza di sostanza proibita nel campione raccolto e uso di sostanza proibita senza valida esenzione).

Swiatek non partecipa così ai tornei di Seul, Pechino e Wuhan, che – sottolinea la Itia – contano ai fini della sospensione; il giorno 22 si appella contro la sospensione provvisoria e nel frattempo il suo entourage scopre la provenienza della positività. Come detto, questa è ricondotta a un medicinale a base di melatonina contaminato con la Trimetazidina. Contaminazione che viene confermata da un laboratorio indipendente e accreditato Wada situato in Utah e verificato da un esperto indipendente proveniente da un altro laboratorio. La ITIA non si oppone alla richiesta della tennista di interrompere il provvedimento e l’accoglimento della stessa fa sì che la notizia non venga divulgata.

Karen Moorhouse, CEO della ITIA, ha dichiarato in merito: “Una volta accertata la provenienza della contaminazione, è risultato chiaro che si tratta di un caso insolito di contaminazione di un prodotto che in Polonia è una medicina regolamentata; tutte le circostanze chiariscono che la responsabilità dell’atleta è del grado più basso. Tuttavia, è bene ricordare che la regolamentazione di questo tipo di sostanze non è la stessa ovunque e quindi il fatto che sia regolamentato in un certo modo in uno Stato non è sufficiente ad evitare qualsiasi tipo di colpa. Prendendo in considerazione la natura della medicazione e tutte le circostanze, si è chiarito che la colpa è al livello minore. Questo caso è un importante reminder del fatto che ogni giocatore deve considerare con cura l’utilizzo di integratori e medicinali. E’ vitale che una due diligence appropriata abbia luogo per minimizzare i rischi di violazioni del protocollo antidoping”.

In un post su X, la WTA commenta: “nel rispetto di quanto stabilito dalla ITIA, l’associazione supporta pienamente Iga Swiatek in questo periodo così difficile per lei, riconoscendole il pieno coinvolgimento nelle regole del fair play e del gioco pulito. Quanto successo deve responsabilizzare tutte le giocatrici all’attenzione verso l’uso di qualsivoglia farmaco.

La WTA rimane fermamente coinvolta nella difesa dell’integrità delle competizioni, invitando le atlete a porre la massima attenzione per limitare al minimo questo genere di accadimenti. Rimaniamo impegnati nel divulgare l’opportuna educazione perché le tenniste possano prendere le decisioni più informate possibili”.

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