L’Australia vieta i social network ai minori di 16 anni. FdI: “Presto anche noi faremo lo stesso”
L’Australia ha vietato l’utilizzo dei social network ai minori di 16 anni verso piattaforme come X,Tik Tok, Instagram e Facebook. Il provvedimento ha ricevuto il via dalle due Camere del Parlamento con un sostegno da ambedue le parti, obbligando queste piattaforme online a prendere “misure ragionevoli” per evitare che i minori registrino un account. Le aziende che non adempiranno queste regole, rischieranno multe fino a 50 milioni di dollari australiani: sanzioni che quindi risultano molto severe. Le aziende cercano di correre ai ripari, definendo le nuove regolamentazioni “vaghe”, “problematiche” e “affrettate”
Le parole del Premier australiano sulle limitazioni dei social ai minori
Il premier australiano, Anthony Albanese, ha spiegato che i social network per i minori non sono positivi, perché rappresentano “un motore di ansia, un veicolo per i truffatori e, cosa peggiore, uno strumento per i predatori online”. Generalmente, questi mezzi rischiano di diventare un pericolo o addirittura un’arma impropria anche per gli adulti.
Lavinia Mennuni, FdI: “Presto adotteremo lo stesso provvedimento anche in Italia”
Lavinia Mennuni, deputato di Fratelli d’Italia e membro della commissione Infanzia e Adolescenza, ha anticipato nuovi provvedimenti sui social anche in Italia: “Il Parlamento australiano ha approvato oggi, con sostegno bipartisan, un disegno di legge per vietare l’accesso sui social media ai minori di 16 anni. La nuova norma – ha proseguito l’esponente di FdI -porterà le società di social media a dover adottare ‘misure ragionevoli’ per impedire ai giovani adolescenti di avere account. Il ddl bipartisan che sta svolgendo l’iter parlamentare in Italia dispone il limite a 15 anni per l’accesso dei minori e la regolamentazione dei baby influencer, oltre ad una disciplina volta ad implementare politiche e campagne di sensibilizzazione sul pericolo che possa crearsi una dipendenza dai device”.
La decisione sui social network in Italia
Mennuni ha inoltre riportato le notizie dalla commissione, attestando che “si è votato il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori ed è emerso sempre, nei diversi focus, la forte influenza dei social media sui ragazzi che necessita urgente improcrastinabile azione di regolamentazione”. Stando alle sue parole conclusive “la tecnologia deve evolversi a vantaggio della collettività ma la tutela del minore, il suo libero e sano sviluppo sono il fondamento e la priorità della nostra azione“.
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