Terremoto in comune a Vigevano, la sfida nella Lega tra i “due capitani” sullo sfondo dello sgambetto a Ceffa
VIGEVANO. A Vigevano congiure e sgambetti in Comune: c’è chi vede quanto accaduto in queste ore agitate come l’approdo giudiziario di una contesa politica che, da almeno quattro anni, agita la Lega.
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Confronto che dal Carroccio pavese, si è propagato al tessuto politico e amministrativo dell’intesa provincia. Tensione che, due anni fa, avrebbe provocato la scossa, con epicentro Vigevano. Era il 30 novembre, giorno di Sant’Andrea: il Comune, a guida leghista cade, anzi no. La minoranza da sola non basterebbe, la fronda è tutta nella maggioranza.
Per molti è un nuovo “set” nella partita tra Angelo Ciocca, in quel momento ancora eurodeputato e Giovanni Palli, presidente della Provincia.
«Ciocca è Putin; Palli è Biden. Ceffa? Ceffa è l’Ucraina»: un osservatore politico vigevanese, utilizzava, in quei giorni, la geopolitica mondiale, per descrivere i retroscena della “congiura di Sant’Andrea”.
Il sindaco ducale lo si descriveva sotto il fuoco incrociato: l’obiettivo di quel sussulto novembrino non sarebbe stato, infatti, Ceffa, quanto l’ex sindaco Andrea Sala che con dieci deleghe (urbanistica e rigenerazione urbana, marketing territoriale culturale e turistico, smart city e recovery fund, castello e grandi spazi urbani, rapporti progetto Vigevano-Malpensa, piano di zona, rapporti con i pendolari e Trenord) era di fatto un “quasi sindaco”. E di lì a poco sarebbe stato candidato per le regionali per poi essere eletto.
Dalla “congiura di Sant’Andrea” alla candidatura dell’ex sindaco Sala
La voce di quei giorni: se cadeva il Comune sarebbe stato candidato? Di certo, un significativo salto in avanti per un big che, nella Lega, era, ed è contiguo alla “cordata Palli”. Scossa politica che sarebbe nata, dunque, nel clima del confronto tra i due “capitani” della Lega pavese (fatto salvo il “capitano di tutti”, Matteo Salvini). Solo che uno di loro, Palli, era ormai diventato generale.
Collisione
Giovanni Palli, l’aggregatore: con programmi e pragmatisco “montano” ( originario di Varzi di cui è sindaco oltre che presidente della Comunità montana) ha creato una rete di consenso che va oltre il suo partito, la Lega, in cui è forte il legame, politico oltre che affettivo, con l’ex deputata, e ora assessora regionale, Elena Lucchini. Palli muove i suoi passi amministrativi e politici, a livello provinciale, contando sul dialogo con Claudio Mangiarotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e con i deputati Paola Chiesa (Fdi) e Alessandro Cattaneo (Forza Italia).
Una galassia che si confronta con un'altra ovvero quella di Angelo Ciocca che, da aggregatore, è diventato, nel frattempo, “incursore” per agitare lo status quo dentro e fuori il suo partito. Un movimentista, creativo in politica, capace di mosse clamorose.
Come quella fatta un anno prima della scossa di Sant’Andrea. Elezioni provinciali del 18 dicembre 2021, le più roventi della storia politica pavese. Due candidati d’area leghista, si confrontano. Da un lato c’è Palli, il candidato ufficiale della Lega, dall’altro c’è Angelo Bargigia, sindaco di Marzano, appoggiato dagli amministratori “movimentisti” di Ciocca. Vince Palli, con Bargigia che tenterà il ribaltone prima al Tar poi al Consiglio di Stato. In mezzo c’è l’allora sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi (cugino di Ciocca) che parla di presunte “pressioni” politiche, ricevute da parte di Palli e del segretario cittadino Jacopo Vignati (area Palli) per cambiare squadra provinciale. Aria tesa e resa dei conti nella Lega.
Il caso Bargigia: sospensioni ed espulsioni scaldano il clima
L’appoggio a Bargigia porta alla sospensione e all’espulsione, tra gli altri, del consigliere comunale di Pavia, Gennaro Gallo (vicino a Ciocca), poi passato a Forza Italia. L’altro consigliere comunale di Pavia, nella bufera del caso Bargigia, è un big della lega pavese, ovvero Roberto Mura.
Mura è da sempre vicino a Ciocca (oltre che ex sindaco del loro paese, San Genesio), ex senatore ed ex segretario provinciale della Lega. Nel dicembre del 2022, poco dopo la scossa di Sant’Andrea a Vigevano, Mura viene estromesso dal gruppo Lega in Comune a Pavia, di cui era capogruppo, per l’adesione al “Comitato Nord” di Umberto Bossi. Quel “Comitato” a cui si era avvicinato lo stesso Ciocca, il movimentista. Di lì a poco Mura non riuscirà a confermarsi consigliere regionale.
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Lui, Mura, da sempre leale all’area Ciocca e al suo progetto (“Pavia, provincia di San Genesio” l’ha definito con sintesi spietata il deputato Alessandro Cattaneo). La scena è chiara: Ciocca da un lato, Palli d’altra. Le ultime europee con la bocciatura del primo, nonostante una campagna possente sul territorio, hanno, forse, rimescolato le carte politiche, indebolendo uno dei due “capitani”.
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Resta da capire se, come fa balenare l’indagine, qualcuno a Vigevano abbia, a suo tempo, ritenuto che il fine (ovvero la regia politica della provincia) giustificasse il mezzo.