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L’aumento esponenziale dei furti d’identità digitale

L’ambiente online e la tendenza all’iperconnessione – anche figlia della digitalizzazione imperante che sta caratterizzando gli ultimi 15 anni – sono elementi che, oramai, fanno parte delle nostre vite quotidiane. In tanti, praticamente tutti, siamo a conoscenza di come questo ecosistema sia altamente pericoloso a causa della presenza di attori malevoli. Il più delle volte, però, si tende a “fare spallucce” ritenendo superflui quei messaggi in cui si invitano gli utenti a difendersi in ogni modo – anche attraverso soluzioni presenti sul mercato – dal furto delle identità digitali. Eppure i numeri parlano chiaro: tutti gli indici di allarme su questo tema sono in aumento negli ultimi anni. In Italia e nel resto del Mondo.

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Ogni giorno, centinaia (se non migliaia) di cittadini italiani si trovano di fronte a tentativi (non tutti, fortunatamente, vanno a segno) di furto identità digitali. Gli attori malevoli della rete, infatti, hanno sviluppato delle tecniche sempre più complesse, precise e invasive: dall’accesso fraudolento (nelle home banking, per esempio) allo spoofing, fino ad arrivare al “soluzioni” di phishing ancora più strutturate come lo spoofing.

Furto identità digitali, un fenomeno in crescita in Italia

I numeri, purtroppo, parlano chiaro: secondo quanto riportato dall’osservatorio Cyber di CRIF, con dati relativi al primo trimestre del 2023, l’Italia si piazza al quinto posto (subito dopo Stati Uniti d’America, Russia, Germania e Bulgaria) per quel che riguarda – per esempio – il furto di account mail. Ma questo è solamente uno degli aspetti critici. Infatti, nel nostro Paese sono stati registrati innumerevoli scambi illeciti dei dati delle carte di credito, spesso e volentieri finite all’interno di quell’ecosistema chiamato dark web.

Ma c’è di più. Stando ai dati diffusi dall’osservatorio di CRIF, nel primo trimestre dello scorso anno circa il 40% dei cittadini/utenti ha ricevuto un alert relativo a una violazione dei propri dati. Compresi i furti di identità. E questo vale solamente per ciò che accade nel mondo “emerso”, senza considerare cosa c’è nel sommerso in seguito ad attacchi mirati ad aziende pubbliche e private. E tra i dati delle nostre identità digitali più soggetti a furti troviamo il codice fiscale, il numero di telefono, gli indirizzi e-mail, gli user name e le password. Elementi che presi singolarmente hanno un impatto limitato, ma se uniti – e utilizzati sfruttando tecniche di hacking avanzato – rischiano di provocare enormi problemi ai cittadini. Nel monografico di oggi, Giornalettismo indagherà su questo fenomeno in aumento, cercando di spiegare quanto sia sempre più necessaria una consapevolezza (perché esistono strumenti) su quanto sia importante difendere la propria identità digitale.

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