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Assalto al kebab con catena e bottiglie, ubriaco arrestato e rimpatriato

Erano almeno in tre, sono piombati all’interno del locale con il volto coperto, brandendo bottiglie rotte e, addirittura, facendo roteare una catena. Una visione degna di un girato hollywoodiano ma che, invece, è stata messa in scena in via Padova, a Scorzé, e non all’interno dell’ambiente controllato di un set cinematografico ma ai danni di un kebab takeaway, devastato dalla spedizione punitiva.

L’assalto ha avuto luogo martedì sera, il bersaglio era l’insegna Istanbul City e, molto probabilmente, uno dei lavoratori impiegati nel servizio serale, contro cui si sono scagliati gli aggressori.

Uno dei tre violenti, però, dopo aver scatenato il disastro non è riuscito a sfuggire ai carabinieri, arrivati in fretta sul posto: 31 anni, di origini marocchine, in Italia senza fissa dimora, è stato bloccato dai militari poco dopo il blitz che ha investito il locale e giovedì è stato giudicato per direttissima; lo straniero è arrivato in aula dopo due giorni perché, in realtà, il suo arresto in semi-flagranza è stato formalizzato solo mercoledì, prima ha dovuto smaltire la sbornia all’ospedale locale, visto che gli uomini dell’Arma l’hanno fermato con un tasso alcolemico superiore a tre grammi di alcol per litro di sangue.

E sicuramente lo stato alterato ha contribuito a scatenare la furia dell’uomo e dei suoi due compagni, al momento ancora non identificati, ma non è escluso che la spedizione all’interno del locale abbia avuto come retroscena un precedente screzio con il dipendente rimasto ferito nel blitz, dieci giorni di prognosi per essere stato colpito alla spalla con le bottiglie lanciate dagli aggressori.

La conta dei danni, invece, comprende i mobili e le vetrate, tanto colpiti dal roteare della catena brandita dal 31enne da rendere l’esercizio pubblico inservibile.

Giovedì l’arrestato si è presentato in tribunale difeso dall’avvocato Giovanna Tirocinio, dovendo rispondere alle accuse mosse dal pubblico ministero Giovanni Zorzi. Per lui erano stati decisi un anno e due mesi di reclusione, ma è stato lo stesso 31enne a chiedere di essere invece espulso dall’Italia e fatto rimpatriare in Marocco, dove lo aspetta la fidanzata.

Richiesta accettata: l’uomo è stato scortato dai carabinieri fino all’aeroporto di Bologna, dove si è imbarcato su un volo per Marrakech. Continuano, invece, le ricerche degli altri due coinvolti.

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