Piscina verso la riapertura: i privati sono interessati, parte il bando di gestione
Piscina di Tambre riaperta nei primi mesi del 2025. È la prospettiva concreta che si sta preparando per la ripartenza dell’impianto natatorio chiuso dall’epoca della pandemia di Covid. C’è una realtà privata interessata a prendere in mano la gestione dell’impianto e l’amministrazione di Tambre non se l’è fatto ripetere due volte: prima con una delibera di giunta e poi con una determinazione degli uffici, è stata avviata la procedura per indire il bando pubblico per affidare l’impianto.
«Contiamo di uscire con il bando alla fine dell’anno», sottolinea soddisfatto il vicesindaco Ueli Costa, «poi una volta fatta l’assegnazione basteranno 35-40 giorni per riaprire l’attività».
Sembra davvero la volta buona, insomma, per la piscina comunale di Tambre, un impianto le cui sorti si sono scontrate con i costi energetici e tentativi non andati in porto di riconversione.
«Già prima della pandemia c’erano stati colloqui con una società interessata alla gestione», spiega Costa, «poi il Covid ha cambiato le carte in tavola. Ora questa società si è rifatta avanti, anche con dei partner privati intenzionati ad una collaborazione esterna. E questo per noi è una manna dal cielo. Sul piano dei lavori che serviranno per la riapertura, abbiamo già fatto una ricognizione all’impianto i tecnici delle ditte interessate. Più o meno il costo totale per riavviare la piscina si aggira sui 25-30 mila euro, non ci sono tante cose da sistemare, sono soprattutto le batterie dell’impianto ad aria forzata da sostituire che hanno un costo elevato».
Una spesa tutto sommato contenuta, dunque, per rimettere in funzione una struttura complessa come la piscina comunale di Tambre.
«C’è da dire che noi abbiamo sempre mantenuto efficienti tutti i percorsi d'acqua», spiega il vicesindaco Costa, «in modo da evitare che nel momento in cui accendiamo ad esempio il riscaldamento a pavimento ci possano essere delle perdite negli impianti. La piscina in questi anni non è rimasta abbandonata, insomma, tanto che i tecnici quando sono venuti in sopralluogo si sono meravigliati delle buone condizioni della struttura nonostante la chiusura. Poi sarà da fare un ragionamento sul piano del consumo elettrico, come sappiamo è un punto critico. Anche le precedenti gestioni, ancora quando il costo dell’energia era molto più basso, si trovavano davanti a costi di 4.800 euro al mese. Poi sarà da ragionare anche sulla parte termica, perché le caldaie a servizio dell’impianto natatorio sono le stesse che vanno ad alimentare il teleriscaldamento dell’asilo, del municipio e del centro sociale. Sarà un ragionamento complesso, insomma, ma il fatto che qualcuno si sia fatto avanti è già un risultato positivo, come Comune non avremmo la forza per far ripartire l’impianto da soli».
L’interessamento concreto della società che ha già in gestione vari altri impianti e dispone di personale preparato, sottolinea Costa, è stato dunque il segnale che l’amministrazione attendeva.
«Al primo posto del nostro bilancio noi mettiamo naturalmente i servizi primari alla popolazione», dice Ueli Costa, «ma con questa occasione che si è presentata abbiamo cercato di stringere i denti e di trovare le risorse per arrivare alla riapertura, sulla quale siamo molto ottimisti. Avere un partner esterno intenzionato a riqualificare l’impianto e il territorio è una opportunità da seguire».