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La Bora non ferma le Lezioni di Storia: il Verdi di Trieste esaurito per Chiara d’Assisi

Gli amanti delle Lezioni di Storia sono stati chiamati a una prova di stoicismo. Chi, pur di aggiudicarsi una poltrona in platea, si è recato anche stavolta al Teatro Verdi con una buona mezz’ora di anticipo, ha pagato la comodità maggiore a caro prezzo. Ma niente da fare, l’ormai rodatissimo pubblico della rassegna non si schioda. Infagottandosi nel cappotto o cercando sollievo nelle rapsodiche chiacchiere mattutine, ha atteso l’apertura delle porte, in compagnia della Bora e di un clima pienamente invernale.

Coda per entrare

Perciò ecco di nuovo la serpentina umana davanti all’ingresso, però in una particolare versione natalizia, adornata dalle numerose luminarie e, sullo sfondo, dalla schiera degli abeti di piazza Unità. Sul palco li aspetta un’altra figura femminile la cui reputazione va “riscattata”, o meglio riscritta emendandola dall’ingombrante ombra maschile. Dopo la Meretrix Augusta, Valeria Messalina, è toccato alla più candida sorte di Chiara d’Assisi, letta sotto una diversa luce da Maria Giuseppina Muzzarelli (già docente di Storia medievale, di Storia delle città e di Patrimonio culturale della moda all’Università di Bologna).

La formula della “guerra dei sessi” – questo il titolo della edizione 2024-2025, ideata dagli Editori Laterza e promossa dal Comune di Trieste, dalla Fondazione CRTrieste e da Nord Est Multimedia, il gruppo che edita anche Il Piccolo – riscuote grandi consensi. Il Verdi è, come di consueto, quasi tutto esaurito e nella lunga fila di persone si riconoscono generazioni diverse, molte famiglie e tanti giovani universitari.

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Sfida al freddo e alla Bora

Se alle 10 del mattino, un’ora prima dell’inizio della Lezione, si udivano soprattutto lamenti e piccoli sfoghi dettati dal freddo, le voci dei triestini al termine lasciano invece spazio a ragionamenti più articolati. «Mi ha sempre impressionato di più la figura di San Francesco – dice Gabriella Rende, mentre si affretta a uscire dal teatro –. Cambiare il punto di vista della narrazione è una buona idea». Sullo stesso punto insiste anche Sabrina Rudl, plaudendo alla scelta dell’argomento: «Trovo sia una idea meravigliosa, per cambiare l’immaginario spesso negativo che accompagna le donne nella storia. È una lettura diversa e più approfondita, una revisione storica e politica».

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Gi appassionati

Alle Lezioni di Storia si arriva pure da lontano. Giuseppe Freschi vive a Treviso ma, approfittando della seconda casa a Trieste, non si perde una puntata della rassegna: «Mi piace l’impronta “scolastica” quasi da lezione universitaria. Gli interventi sono esaustivi e ti aprono le meningi – dice sorridendo – ti allargano la prospettiva». Freddo o non freddo, l’entusiasmo è insomma lo stesso di sempre; se poi si aggiunge la gratuità dell’ingresso, non c’è clima che tenga. Appuntamento al prossimo anno (domenica 19 gennaio) con Marianna de Leyva, la Monaca di Monza, raccontata da Lisa Roscioni. Seguirà Madame Bovary (26 gennaio), Eva Perón (2 febbraio) e Frida Kahlo che chiuderà il ciclo il 23 febbraio. E non è finita: a marzo il testimone passerà alla scienza, con tre Lezioni dedicate ad altrettante «rivoluzioni» di Albert Einstein, Charles Darwin e Rosalind Franklin. Ulteriori informazioni e l’elenco completo dei relatori si possono consultare sul sito internet dell’iniziativa.

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