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Stoccata di FdI alla Gruber: «Parlerà degli insulti sessisti dei suoi “amichetti” alla Meloni?»

La prima stoccata arriva via social da Elisabetta Gardini, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati. La meloniana la mette a segno su X: «Che dite stasera a @OttoemezzoTW la femminista a là carte Lilli Gruber spenderà una sola parola sulla volgarità “Atreju A tro**” o farà finita di nulla visto che il turpiloquio è andato in onda sulla sua stessa rete e per bocca di un “amichetto” di sinistra?».  Dopo di lei, a stretto giro, il concetto viene ribadito con due comunicati in sequenza dalle senatrici FdI Elena Leonardi e Susanna Campione, rispettivamente vicepresidente e membro della Commissione sul fenomeno del femminicidio.

Non è andata giù alle donne del partito guidato da Giorgia Meloni l’ennesima «battuta» sessista lanciata nel corso della trasmissione Propaganda Live, su La7, dalla firma di Repubblica Filippo Ceccarelli. Un volgarissimo «gioco di parole», quello di Ceccarelli, che ha storpiato il nome della annuale kermesse di FdI tra smorfie divertite e risolini degli astanti. Non è chiaro se l’opinionista si sia voluto riferire alla presidente del Consiglio e madrina dell’ormai storico appuntamento, Giorgia Meloni, o più in generale alle donne del suo partito o a tutte quelle che si rivedono nelle sue idee. Fatto sta che dall’accaduto è inevitabilmente scaturita una polemica, alimentata dal mancato chiarimento e dalle mancate scuse del giornalista di Repubblica.

Un silenzio che, anche in questa occasione, ha purtroppo fatto il paio con quello delle tante anime belle della sinistra. Sempre pronte a berciare contro il patriarcato e il sessismo altrui ma non altrettanto scrupolose e reattive quando c’è da condannare esternazioni e atteggiamenti scabrosi dei propri «amichetti». «Anche oggi siamo pronti a scommettere che non ci sarà alcuna condanna dalle femministe a gettone della sinistra: perché un uomo che dà della troia a una donna è una cosa simpatica, ma solo se l’uomo è di sinistra, ovviamente», aveva commentato a caldo Gardini.

Non si sbagliava. Così oggi le meloniane sono tornate alla carica chiamando in causa Lilli Gruber. Il motivo è presto spiegato: Gruber è una delle icone del femminismo intellettualmente impegnato nonché della presunta superiorità morale di una certa parte di universo, segnatamente quella che le è ideologicamente più affine. Di lei ricordiamo anche accorate pubblicazioni come «Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone». Le parlamentari di FdI la provocano cercando una reazione. «Mi chiedo come si comporterà questa sera la femminista, Lilli Gruber, durante il suo programma Otto e Mezzo. Spenderà mezza parola sul caso “Atreju… a tro**”, o farà finta di niente?», insiste Leonardi. «Mi auguro che la giornalista abbia il coraggio di criticare il comportamento sessista e offensivo di un collega contro il presidente del Consiglio italiano. Una battuta di infimo livello che non faceva ridere e che non può essere considerata satira», fa eco Campione.

E adesso non resta che aspettare: la regina del politicamente corretto metterà ancora testa e corona sotto la sabbia?

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