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Viabilità transfrontaliera: Sos per i lavori in corso dall’Austria alla Slovenia

La viabilità transfrontaliera su cui rischia di arrivare la «tempesta perfetta», la sicurezza degli autotrasportatori e di chi viaggia sulle autostrade, la vetustà di alcune infrastrutture viarie, e problemi derivanti dall’applicazione delle norme europee piovute più o meno all’improvviso su un sistema non ancora pronto alle nuove regole.

Queste sono state alcune delle istanze emerse nella cabina di regia della logistica guidata dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Cristina Amirante. Le associazioni datoriali, i gestori dei nodi logistici e le Camere di Commercio hanno insomma portato all’attenzione della Regione i principali problemi che si trovano ad affrontare.

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Austria e Slovenia

Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, ha aperto le danze sul tema delle criticità della viabilità transfrontaliera, lanciando il doppio allarme: i lavori che bloccano il Brennero e gli interventi sulla ferrovia previsti in Austria da un lato, e il fulmine a ciel sereno provocato dall’annuncio dei lavori sull’H4.

Tutto questo ha un impatto diretto sul sistema viario e logistico del Fvg, perché se il Brennero non funziona bene più traffico pesante sceglie il valico di Tarvisio, e se l’H4 è ko, allora invece che dal valico di Gorizia le merci pesanti devono entrare da Fernetti.

Paoletti ha ricordato che in una riunione delle Camere di Commercio della nuova Alpe Adria ha portato la proposta all’Austria di almeno consentire il traffico notturno sul Brennero per i mezzi pesanti per consentire un flusso migliore del traffico.

Uniontrasporti stima un danno economico complessivo da 174 milioni di euro l’anno nel caso meno impattante, che lievitano a 640 milioni nel “worst case scenario”.

Il tema dell’H4 – che nel tratto da Razdrto fino a Vipavski križ dovrebbe rimanere fuori uso per quasi due anni – invece preoccupa molto Sdag di Gorizia, che con Giuliano Grendele si interroga sulle conseguenze doganali. Mentre Oliviero Petz, direttore dell’interporto di Trieste, ha fatto registrare la frustrazione di dover subire «senza preavviso» le chiusure autostradali della Slovenia. E Amirante, forte di «patti bilaterali tra i due Paesi», garantisce di aver chiesto «un incontro urgente alla Slovenia» per chiarimenti, che dovrebbe verificarsi nei prossimi giorni, e non esclude di imporre chiusure del valico di Fernetti qualora non si arrivasse a soluzioni urgenti «anche in vista dell’afflusso maggiorato di vetture» verso Gorizia in vista dell’appuntamento con Go!2025, e assicura di aver interessato i ministeri degli Esteri e dei Trasporti sul tema. Mentre riguardo il Brennero, rileva di aver incontrato la Provincia autonoma di Bolzano «per lavorare in sinergia». E sottolinea come la coincidenza di tanti lavori sia «una conseguenza del Pnrr».

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Sicurezza sull’A4

Altro tema caldissimo emerso è quello dei parcheggi attrezzati per gli autotrasportatori, che consentano soste sicure in cui riposare. Infrastruttura carente sul territorio, e che porta molti camionisti a fermare il loro Tir nelle piazzole d’emergenza, inadeguate per garantire un sonno tranquillo – è stato ricordato che in questi spazi non sono infrequenti i furti di gasolio («ci sono degli strumenti che con 2-3 minuti risucchiano anche mille litri di gasolio») e di merci. Si tratta inoltre di un fenomeno pericoloso per chi percorre l’autostrada perché toglie spazi necessari agli automobilisti in caso di emergenze e mette al volante persone che non hanno riposato a sufficienza e aumenta il rischio di incidenti. Tutti gli attori attorno al tavolo erano concordi sulla necessità di realizzare queste strutture, ma c’erano visioni divergenti su chi lo dovesse fare e come. Confindustria Udine non vede male che siano privati, perché «ce n’è bisogno».

Ma per Grendele «non è vero che i parcheggi strutturati sono tutti pieni» ma c’è un problema sui costi delle strutture. E le categorie datoriali degli autotrasportatori sono in apprensione su possibili ulteriori costi da sostenere per far dormire i camionisti. Anche se – è emerso – soluzioni a pagamento potrebbero dare risposte – come succede già a Brescia Est – a merci di valore e a soste lunghe.

Norme Ue

All’attenzione dell’assessore da Confartigianato Trasporti è stata portata anche l’imminente entrata in vigore (inizio 2025) di una normativa europea che raddoppia i dati su cui possono essere fatti i controlli: si arriverà a 56 giorni di informazioni da conservare sulle schede tachigrafiche. Il problema è che molti non hanno schede sufficientemente capienti per ottemperare, e nelle more di aggiornare l’hardware il consiglio è stampare i dati ogni giorno, cosa che creerebbe un cortocircuito. Amirante ha promesso un aiuto «sul piano politico» interfacciandosi con il ministero, dato che il problema non è di competenza regionale. Piuttosto che una proroga le è stato proposto di chiedere tolleranza nei controlli per i primi 6 mesi dall’entrata in vigore della norma.

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