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Carne suina cruda, dieci casi di salmonellosi in provincia di Belluno

Due casi di sindrome emolitica-uremica (Seu) dal 2023 a oggi e dieci di salmonellosi solo tra settembre e ottobre di quest’anno a causa dell’ingestione di prodotti crudi (pastin o salsicce) derivati da carne suina. Sono questi i numeri che fanno capire l’importanza di informare sempre più la popolazione sui rischi che si celano dietro l’assunzione di prodotti crudi (latte o carne) a bambini in età prescolare, anziani e persone immunodepresse.

Per garantire una maggiore sicurezza a livello igienico-sanitario sono partiti il progetto “Malghe 2.0” che coinvolge Ulss 1 e Istituto zooprofilattico delle Venezie, e l’attività di prevenzione delle malattie trasmesse dagli alimenti.

Malghe 2.0

Lo scopo è il controllo delle lavorazioni del latte crudo nelle malghe.

«Saranno passate al setaccio tutte le 45 malghe bellunesi che lavorano il latte», anticipa Damiano Comin, direttore del Servizio Veterinario di igiene degli alimenti di origine animale dell’Ulss 1. «Vogliamo incrementare la sicurezza dei prodotti dell’alpeggio, dove purtroppo si è costretti a fare i conti con condizioni non sempre favorevoli. Spesso», precisa Comin, «ci troviamo con malghe dove la corrente elettrica manca e si fatica a pastorizzare il latte».

I controlli non interesseranno solo il territorio bellunese, ma quello montano e pedemontano tra Treviso, Verona e Vicenza. Tre i filoni su cui si lavorerà: la formazione degli addetti – «un elemento fondamentale», precisa la direttrice dell’IzsVe Antonia Ricci – il controllo dei processi di mungitura e di coloro che si occupano della lavorazione del latte in malga e le lavorazioni nei caseifici provinciali. «Verificheremo se sarà necessario intervenire con strumenti tecnologici e strutturali per innalzare gli standard igienico-sanitari delle malghe», sottolinea Comin.

Intossicazioni alimentari

Per prevenire le intossicazioni alimentari sarà attivata anche una rete di specialisti per formare e aggiornare i tecnici per agire con tempestività sui focolai epidemici. «Quando capitano eventi come quello della bimba di un anno colpita dalla Seu, il nostro compito è di circoscrivere il focolaio, ritirare subito il prodotto dal mercato e dare l’allarme nel più breve tempo possibile», dice Comin.

«È fondamentale a questo punto una campagna di informazione sui rischi del consumo di alimenti crudi soprattutto per bimbi in età prescolare, evitando quanto accaduto di recente», ha auspicato Andrea Cereser, direttore del servizio Valorizzazione delle produzioni alimentari dello Zooprofilattico. «Le famiglie devono sapere che i bimbi non possono consumare prodotti crudi – carne, pesce, latte – perchè potrebbero avere risvolti anche gravi, cosa che invece si risolve con tre giorni di gastroenterite negli adulti sani».

Su questo fronte, come ha anticipato il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss bellunese, Sandro Cinquetti, c’è l’intenzione di realizzare dei fogli informativi sui rischi della somministrazione nei bambini di alimenti crudi da consegnare ai genitori che arrivano al distretto per le vaccinazioni. «Sarà una battaglia lunga, ma dobbiamo iniziare a farla», ha annunciato Cinquetti.

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