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Terra dei Fuochi ha la spesa sanitaria pro capite più bassa d’Italia: in Campania una tempesta perfetta

La spesa sanitaria pro capite in Terra dei Fuochi campana è la più bassa di Italia. In Italia la spesa sanitaria pro capite è stata pari a 2.947 euro nel 2022, di 586 euro più bassa rispetto alla media europea pari a 3.533 euro (rapporto ‘Health at a Glance: Europe 2024‘ dell’Ocse). Non va meglio rapportando la spesa al Pil: anche in questo caso il dato italiano si colloca al di sotto della media Ue, con una quota pari al 9%, rispetto al 10,4%.

Il 28 novembre 2024 Agenas ha presentato i dati aggiornati al 2023 del modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale riguardo le aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali. Si tratta di un lavoro che scatta una fotografia rispetto all’attività di 110 aziende territoriali e 51 aziende ospedaliere. Riguardo le prime, il monitoraggio si basa sulla valutazione di 34 indicatori classificati in 6 aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale, outcome) e 12 sub-aree; in merito alle aziende ospedaliere, gli indicatori presi in considerazione sono 27 classificati in 4 aree (accessibilità, gestione dei processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti) e 10 sub-aree.

Oltre a rilevare quanto già noto da tempo in relazione ai peggiori risultati di Italia in termini di Prevenzione (secondaria) e soprattutto di esiti (mortalità evitabile) che vedono la Campania detenere da tempo i peggiori risultati di Italia con il minimo della aspettativa di vita media nazionale, in questo post ritengo importantissimo evidenziare un dato: il costo totale dell’assistenza pro capite/anno.

Il Costo totale dell’assistenza pro capite anno 2023 in Europa è stato di euro 3533, mentre in Italia il massimo lo si raggiunge in Alto Adige con euro 2984,61. La Campania dichiara per la Asl Na 2 nord (quella di Acerra e Caivano per intenderci) 1710,77 euro, il costo pro capite più basso di Italia. Ben 1823 euro meno della media europea e ben 1274 euro in meno rispetto all’Alto Adige! Subito a ruota troviamo la Asl Na 3 sud (nolano) con euro 1725,00 e la Asl di Caserta con euro 1752.87.

Le tre Asl della Campania che registrano il costo totale dell’assistenza sanitaria minore di Italia detengono pure, eziopatologicamente correlato al danno sanitario, circa il 90% delle 2746 discariche e siti di sversamento abusivi censiti da Ispra nell’aprile del 2023 (vs zero della Provincia di Trento e Bolzano) oltre ad essere state certificate come le peggiori Province come incidenza del cancro nello studio di Rashid et al (Epi Prev febbraio 2024) per gli anni sino al 2017 e le province a più bassa aspettativa di vita media di Italia.

La Campania sta vivendo la sua tempesta perfetta, rimettendo ordine nei suoi conti in Sanità, ma facendo ricadere completamente l’onere di tale impegno direttamente sulla pelle dei suoi cittadini residenti ed ammalati come il sottoscritto, e specialmente nelle Asl di Terra dei Fuochi (Asl Na 2 e 3).

Soltanto oggi, e grazie a pochissimi gladiatori come, tra gli altri, i volontari anti roghi di Acerra e noi Medici dell’Ambiente, si stanno ammettendo i gravissimi ritardi, le omissioni e le ignavie che non potevano non condurre a questi tragici risultati gestionali. La Campania sta facendo in Sanità oggettivamente uno sforzo gestionale disperato ed eccezionale ma, non riuscendo a ridurre i casi incidenti per inquinamento ambientale (solo ora si comincia ad avviare qualche bonifica), non fornendo in tempi utili i dati sanitari come quelli dei registri tumori (solo grazie a noi e a Report la Campania si sta risvegliando pure sui registri tumori) per realizzare una sana programmazione sanitaria delle già scarse risorse sanitarie disponibili – e infine avendo scelto di affidare alla sola ricerca di eccellenza, ma privata e/o sponsorizzata, le cure con farmaci innovativi ad altissimi costi ormai del tutto insostenibili – ha creato questa “tempesta perfetta” nella quale tutti si vantano di risultati gestionali e scientifici eccezionali, mentre ognuno di noi ammalati sa quanto dolore ci costa cercare di sopravvivere ogni giorno che passa.

Da ricercatore che non può ancora andare in pensione perché non ha mai ricevuto previdenza per gli oltre 12 anni che, come borsista, ho donato alla Ricerca in gioventù, come faccio a non notare e a non denunziare che ancora oggi, con una inflazione alle stelle, l’ultima “vedetta” di camorra guadagna cash più di qualunque nostro ottimo giovane ricercatore pubblico che studia ma per consentire poi guadagni infiniti alle ditte farmaceutiche private e pure straniere? Ogni ciclo di cura in oncologia oggi arriva a costare anche quanto tre auto Ferrari (circa 450mila euro a ciclo) mentre i nostri giovani ricercatori non possono neanche contare sul “welfare previdenziale” che persino la camorra assicura ai suoi affiliati.

Non si perda tempo a discutere se Landini è pericoloso perché incita alla “rivolta” in questa tragica situazione sociale. Mi auguro che si rifletta con attenzione sui dati prodotti ed elaborati da Agenas, specie su quelli messi in evidenza e alla attenzione della opinione pubblica da questo umile blog. Ricordo che non è stato certo il sindacalista Landini oggi ma lo storico Vincenzo Cuoco (1770-1823) che ha descritto da contemporaneo la “Storia della Repubblica partenopea” (1801) a definire il popolo di Napoli capace non di rivoluzioni, ma di rivolte. Stiamo vivendo, anzi morendo, in una situazione sociale e sanitaria disperata quanto ancora negata. Si aspetta sempre solo il Masaniello di turno?

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