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Belluno Volley, via Zappoli e  gialloblù sul mercato. Carniel: «È cambiato l’approccio mentale»

Squadra pronta fisicamente, ma che ormai faticava a non scendere in campo intimorita. Un blocco mentale superato dal Belluno Volley, autoritario nelle affermazioni ottenute a Sarroch e in casa contro San Giustino.

Ieri tuttavia la notizia è stata quella dell’addio del brasiliano Enrico Zappoli Guarienti, il quale domenica infatti non era sceso in campo pur essendo presente in panchina. Risoluzione consensuale, detta sia dalla volontà del ragazzo di cambiare aria sia dall’esigenza della società di valutare profili diversi dopo non aver ricevuto l’apporto sperato da parte dello schiacciatore classe 1995.

Il ds Alessandro Carniel apre di conseguenza alla possibilità di individuare un sostituto sul mercato.

Direttore, partiamo proprio da questo addio forse neppure così a sorpresa.

«È stata una scelta in pieno accordo tra le parti. Anzi, proprio Zappoli ci ha domandato di andare via non riuscendo ad ambientarsi come avrebbe auspicato. Sentiva di non rendere anche in rapporto all’investimento del club nei suoi confronti. La lontananza dagli affetti ha ulteriormente complicato l’esperienza bellunese e perciò non ci siamo opposti alla sua partenza. Niente di strano o grave comunque: situazioni che si verificano nel corso della stagione».

Prenderete qualcuno o rimarrete così, considerando peraltro il roster ampio a disposizione?

«Saremo vigili e pronti a cogliere eventuali opportunità per puntellare la squadra».

Intanto Belluno cresce e ottiene quei risultati auspicati a inizio anno. Soprattutto, rende facili le partite alla portata.

«È innegabile sia cambiato l’atteggiamento mentale. In campo sino a un paio di settimane fa prevaleva il timore al di là di chi fosse l’avversaria. Invece adesso riusciamo a imporci nelle sfide che ci vedono superiori. Poi ovviamente arriveranno domeniche più complicate».

Il cambio di guida tecnica si è rivelato azzeccato.

«Non possiamo dire non fossimo pronti fisicamente o tecnicamente. Tuttavia il blocco mentale lo avevamo e l’avvicendamento in panchina di de Cecco ha alleggerito le pressioni ed esaltato i valori che non mancano di sicuro».

Coach Marzola lo avete scelto proprio per ricreare un più solido rapporto con i ragazzi?

«Avendo lavorato con lui a Motta, so quanto potesse incidere sul piano umano. Comunica bene ed è la persona giusta per compiere gli step prefissati. Non sto criticando il tecnico De Cecco, ci mancherebbe, però forse era più abituato a lavorare con atleti di altissimo livello e assieme ai quali magari si ha minore esigenza di curare la parte emotiva».

Muro e battuta sono diventati punti di forza.

«Parliamo di fondamentali sui quali il tecnico punta tantissimo. In particolare, siamo a quota 36 muri in due partite - 22 in Sardegna e 14 contro San Giustino - dopo averne firmati 47 nelle precedenti cinque».

Ha esordito in stagione anche Bisi. A proposito, il capitano rimane Saibene?

«Innanzitutto fa piacere rivedere Fabio, il quale purtroppo oltre a non aver ancora mai giocato non si era quasi mai allenato da inizio preparazione. Ora rientrerà in modo graduale, ma la sua presenza in gruppo è fondamentale. Sui gradi di capitano, decideranno i ragazzi tra di loro».

Ora c’è l’esame capolista.

«Mantova è la partita chiave per poi giocarci all’ultima d’andata contro Savigliano il secondo posto. Un piazzamento che garantirebbe il quarto di finale di Coppa Italia al Pala Lambioi. Ce la vedremo tuttavia contro una formazione sulla quale non avevo dubbi in merito alle loro ambizioni. Hanno sostituito al meglio Novello con Baldazzi e Yordanov con Pinali. Un osso durissimo, ma proveremo a giocarcela. Lo scorso anno con Motta andammo a imporci 3-0 infliggendogli la prima sconfitta interna. Magari coach Marzola ricorda come si fa (sorride, ndr.)…».

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