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L’influencer Lamarca in ospedale a Ivrea: «Ho scelto di far nascere qui i miei figli»

IVREA. Oltre 675mila follower sul profilo Instagram, dal quale posta storie di vita quotidiana di amore, inclusione, famiglia, motivazione. Lei è Giulia Lamarca, torinese, 32 anni. Nel 2011 ha perso l’uso delle gambe in seguito a un incidente in motorino. Dopo quasi un anno in ospedale ha ripreso in mano la sua vita: si è laureata in psicologia, ha sposato il suo compagno Andrea, è travel blogger, scrittrice, speaker motivazionale. Il 26 novembre scorso è nato Ethan, il suo secondo figlio. E, per farlo nascere, ha scelto l’ospedale di Ivrea. Il perché, lo racconta lei stessa, al telefono. «Già la mia prima figlia, Sophie, è nata ad Ivrea – racconta –. Il collegamento con l’ospedale di Ivrea è attraverso il mio ginecologo, Luca Piccolo. Sono torinese, nella mia prima gravidanza c’era ancora la pandemia. La mia esperienza a Torino non è stata superbella, era un po’ poco intima, non mi sentivo presa in considerazione». Premette, Giulia Lamarca, che la sua gravidanza, come quella di tante altre donne disabili, è stata fisiologica: «Io, come altre, stiamo benissimo, ma serve un po’ più di attenzione. Con un’altra ragazza in carrozzina ho scoperto Luca Piccolo, con cui mi sono trovata e mi sto trovando benissimo, se hai un dubbio ti risponde, ti fa sentire sicura e tranquilla. Il collegamento con Ivrea nasce quindi da lui». Già Sophie, quindi, nel 2021 era nata a Ivrea, ma la pandemia imponeva ancora procedure particolari e solo adesso, quindi, Giulia Lamarca dice di essersi potuta assaporare ogni istante del diventare mamma per la seconda volta. «Dal punto di vista estetico, il reparto era già messo bene tre anni fa, ma adesso è molto migliorato. Da quanto ho potuto vedere e constatare è un bel reparto e sono stata superfelice. Io ero molto serena, c’era un ambiente familiare, si vede che il gruppo è affiatato, si parla, si trasmette calma e tranquillità, non c’è caos». Racconta del senso della cura, dell’attenzione, della routine del reparto di ostetricia e ginecologia diretto da Fabrizio Bogliatto.

La mattina, prima di entrare un sala operatoria (il piccolo Ethan è nato con il cesareo) un po’ di timore c’era: «Ovviamente avevo un po’ di paura, ma il team mi ha rassicurata, mi aveva già convinto nei giorni precedenti, vedevo tutti molto sereni. Sono rimasta sveglia in sala operatoria tutto il tempo con un team che si vede che si conosce bene e che funziona, che lavora senza frenesia». Giulia Lamarca sottolinea quanto le piccole attenzioni facciano la differenza, soprattutto nei confronti di chi ha difficoltà legate alla propria disabilità: «Non è che si pretendano delle cose particolari, ma ci sono delle attenzioni che cambiano radicalmente la qualità della vita. E lì c’era attenzione». E ricorda che in casi di disabilità al cento per cento il caregiver ha il diritto di esserci: «Ci sono leggi molto specifiche, ma poi sta alle varie strutture rispettarle. E lì ho trovato tanto ascolto». Nelle storie di Giulia Lamarca, la quotidianità. Ad esempio c’era una next to me (culla versatile per il neonato ad altezza giusta per lei) e la sua famiglia in camera, un momento di normalità: «L’ho raccontato su Instagram e mezza Italia si è stupita. Io sono uscita da quel reparto con un bel ricordo di tutto». Tornerà a Ivrea? Ovviamente sì. In realtà, Ivrea Giulia Lamarca la conosceva già: «I nonni di mio marito sono del Canavese e quindi sì, sono stata in città più volte anche da Balla per assaggiare la torta Novecento».

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