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Perché non possiamo non dirci morandiani: gli 80 anni di Gianni Morandi, cantante per tutte le stagioni

Mercoledì 11 dicembre Gianni Morandi compie 80 anni, ma sui media e sui social, già impazzano i festeggiamenti e gli omaggi. Le celebrazioni per il popolare cantante e attore bolognese, che con le sue canzoni ha attraversato 60 anni della storia d’Italia, sono anche l’omaggio a una biografia artistica e umana che ha saputo conquistare gli italiani come solo pochi cantanti sono riusciti a fare.

Per avere un quadro della popolarità di Gianni Morandi, possono essere emblematiche dieci canzoni, che per un italiano è praticamente impossibile non conoscere. Insomma, per mutuare una famosa citazione di Benedetto Croce sul cristianesimo: “Non possiamo non dirci morandiani”.

L’ultima consacrazione solenne l’8 maggio 2023, Gianni Morandi invitato dal presidente del Senato Ignazio La Russa canta nell’aula di Palazzo Madama “Uno su mille”. L’esibizione termina con una standing ovation e la stretta di mano del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nato a Monghidoro (in provincia di Bologna) l’11 dicembre 1944 in una famiglia di modeste condizioni economiche, Morandi finisce l’esperienza scolastica con le elementari visto che le medie al suo paese non c’erano. In compenso, è bravo a cantare e inizia presto a esibirsi alle feste dell’Unità, racimolando anche qualche soldo. Continua, poi, con i concorsi per voci nuove e le sagre di paese fino all’assunzione presso la RCA.

L’esordio, quello vero, è con “Andavo a cento all’ora”.

 

Seguito dal primo grande successo “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”.

Seguono, insieme alle prime partecipazioni a programmi tv, altri brani di successo come “In ginocchio da te” (con cui vince il Cantagiro 1964), canzone che ha fatto anche da colonna sonora al film premio Oscar sudcoreano Parasite.

“Non son degno di te”, “Se non avessi più te” e “La fisarmonica” che finiscono per ispirare alcuni film ad essi dedicati: sono i musicarelli, che ancora oggi vengono riproposti in televisione.

Durante il primo che Morandi gira, “In ginocchio da te”, conosce l’attrice Laura Efrikian che sposa in segreto nel 1966. Lei è incinta e, per questo, MORANDI riesce a rinviare la partenza per il servizio militare, all’epoca obbligatorio. Nello stesso anno vince “Canzonissima” ma, soprattutto, incide “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, brano di protesta contro la guerra del Vietnam scritto da Mauro Lusini. È la prima canzone “impegnata” cantata da Morandi e inizialmente non riscuote un grande successo.

All’inizio del 1967 nasce la primogenita di Gianni e Laura, Serena, che purtroppo muore poche ore dopo la nascita. Qualche settimana dopo, lui parte per il servizio militare. Questo non gli impedisce di continuare a essere presente in televisione con la voce registrata nelle sigle di alcuni programmi e di ottenere il settimo Disco d’oro, che significa sette milioni di dischi venduti. Seguono brani di successo, da “Scende la pioggia” (con cui vince “Canzonissima” nel 1968) a “Ma chi se ne importa” (con cui vince di nuovo l’anno dopo) e “Occhi di ragazza” ma cominciano anche le prime difficoltà.

Sono anni difficili e Morandi viene considerato un cantante tradizionalista e commerciale; in più divorzia dalla Efrikian. Torna al successo prima con il brano che chi era bambino negli anni ’70 canta a memoria: “Sei forte papà”.

E, poi, con “Canzoni stonate”, testo di Mogol musica di Aldo Donati, che la leggenda vuole composta al telefono tra i due. Dopo poco arriva la cover del brano americano (We ‘got tonight) duettata con Amy Stewart “Grazie perché”.

Ma soprattutto la sua canzone bandiera, diventata un meraviglioso inno di riscatto: “Uno su mille”.

Nel 1981 fonda la Nazionale Italiana Cantanti, squadra tuttora impegnata in attività di solidarietà: lui è appassionato di calcio e grande tifoso del Bologna, squadra di cui è presidente onorario dal 2010 al 2014. Nel frattempo alterna l’attività musicale a quella televisiva, senza dimenticare il Festival di Sanremo che vince nel 1987 con “Si può dare di più” cantata insieme ad Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi.

Tra i dischi di

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