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In Romania si indaga sulle infiltrazioni russe su TikTok dopo le elezioni annullate. Georgescu: “Andate a votare”

I sospetti delle ingerenze russe stravolgono il voto in Romania, dove è stato annullato in extremis il risultato del primo turno delle presidenziali. Il vincitore uscito dal primo turno e il candidato di estrema destra filo-russo Calin Georgescu (nella foto), che ha invitato domani gli elettori ad andare alle urne. E ora si apre il capitolo giudiziario, con l’avvio dell’inchiesta: sono infatti già state effettuate una serie di perquisizioni dirette a verificare eventuali reati di corruzione elettorale, riciclaggio di denaro, falsificazioni di natura informatica, ma anche possibili violazioni della legge che proibisce l’attività di formazioni neofasciste, razziste e xenofobe. I controlli di polizia e magistratura si sono concentrati in particolare su alcune abitazioni di Brasov, città della Romania centrale, e nel mirino vi sarebbe tra l’altro una persona coinvolta nel finanziamento illegale della campagna elettorale di Georgescu, condotta pressocché interamente su TikTok.

Lega: “Annullare il voto? Precedente molto pericoloso” – L’eco della vicenda romena, che coinvolge un Paese membro della Ue e con posizione strategica nel fronte sudorientale della Nato, al confine con l’Ucraina, nel frattempo non smette di propagarsi in Europa e, in Italia, spacca la maggioranza di governo. A prendere una netta posizione contro la decisione della Corte di Bucarest è stata la Lega, secondo cui “annullare il voto democratico” perché non gradito a Soros e alla Ue, “è un precedente allarmante e molto pericoloso”. Il caso, a dicembre, quasi certamente approderà alla Plenaria dell’Eurocamera. E sarà scontro. Anche perché la Commissione è pienamente al fianco della scelta della Corte Costituzionale. In una telefonata con il presidente Klaus Iohannis, Ursula von der Leyen ha assicurato che l’Ue vigilerà affinché le piattaforme rispettino il Digital Service Act. “Spetta al popolo rumeno decidere cosa è meglio per il proprio Paese, senza interferenze straniere”, ha dichiarato la leader Ue. Iohannis ha sottolineato la legittimità della decisione dei giudici, ha invitato tutti a rispettarla e a guardare avanti con fiducia al futuro stabile e democratico del Paese balcanico.

Le presunte infiltrazioni della Russia – All’annullamento del voto presidenziale da parte della Corte costituzionale, a soli due giorni dal ballottaggio, si è giunti dopo la desecretazione di documenti riservati dei servizi di intelligence, che mettono sotto accusa il ruolo di TikTok e le presunte manovre destabilizzanti della Russia. Le reazioni al verdetto dell’Alta Corte, in Romania, sono state contrastanti. Mentre alcuni leader politici, tra i quali il premier socialdemocratico Marcel Ciolacu, l’hanno considerato “l’unica decisione corretta”, altri, compresi i due sfidanti del mancato ballottaggio di domani Calin Georgescu ed Elena Lasconi, l’hanno criticato aspramente, definendolo “illegale”, “immorale” e “antidemocratico”. Con Georgescu che non ha esitato a parlare di un autentico “colpo di stato”, invitando gli elettori a recarsi alle urne domani, data in cui sarebbe dovuto tenere il ballottaggio.

La campagna di Georgescu su TikTok – In tanti, tra analisti e osservatori, si interrogano sempre più in Romania su quello che viene ritenuto il ‘fantasma della Russia’ che aleggia alle porte dell’Unione europea, in un’azione che sfrutta al massimo le moderne tecnologie, in primo luogo le piattaforme social. E un esempio molto chiaro sarebbe stato proprio la massiccia promozione su TikTok del candidato di estrema destra e filorusso Georgescu, che ha dichiarato ufficialmente zero spese per la campagna elettorale, nonostante le ultime indagini che avrebbero rivelato donazioni non dichiarate fino a un milione di euro da fonti terze. Elementi questi che hanno sollevato sospetti sull’integrità delle elezioni, portando la Corte a decidere per l’annullamento del voto.

È facile intuire quanto questa decisione abbia generato una situazione politica complessa. Il presidente Iohannis, il cui mandato è in scadenza il 21 dicembre, rimarrà al suo posto fino a quando non sarà eletto un suo successore attraverso nuove elezioni, la cui data verrà stabilita dal nuovo governo. Governo tuttavia che, ad una settimana dalla elezioni legislative del 1 dicembre, deve ancora formarsi. Ed è un’operazione tutt’altro che semplice, con il Partito socialdemocratico, vincitore del voto, alla ricerca di una larga coalizione con le altre forze centriste e moderate per far fronte all’ultradestra, che può contare in complesso su oltre il 30% in parlamento.

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