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Voto M5s, Grillo sconfitto (di nuovo) nelle urne: gli iscritti dicono Sì all’eliminazione del garante. Affluenza in crescita

Gli iscritti 5 stelle confermano: la figura del garante, ovvero il ruolo ricoperto da Beppe Grillo, va eliminata. A dire Sì è stato l’80,5% di chi ha partecipato allo scrutinio. Ripetere la votazione, così come richiesto dal fondatore M5s dopo il primo risultato, non ha cambiato l’esito: la maggioranza è d’accordo con la rifondazione voluta e proposta da Giuseppe Conte. La guerra aperta dal comico non ha ribaltato alcun tavolo, ma è stato anzi l’ennesima conferma che le strade tra il Movimento e il suo genitore si sono separate. Grillo ha provato a spingere i suoi a disertare le urne virtuali per far saltare il quorum, ma l’effetto è stato addirittura contrario e l’affluenza è cresciuta passando dal 61,23 al 64,90 per cento degli aventi diritto al voto (oltre 58mila persone contro i 54mila della scorsa volta). “Il Movimento 5 Stelle ha rivotato”, ha scritto Conte in un post subito dopo la diffusione dei risultati. “Ha rivotato in massa. Questa è l’onda dirompente di una comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero. Ora si volta pagina. Il Movimento si rifonda sulle indicazioni arrivate con Nova dagli iscritti. Andiamo avanti con grande forza, con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto, ma lo sguardo fisso nel futuro”.

I risultati del secondo voto – Gli iscritti hanno dovuto ripetere la votazione sui quesiti che riguardavano la modifica dello statuto. In particolare, a proposito della delicata questione del garante, si sono espresse 58.029 persone: 46.747 si sono dette favorevoli, 9.334 contrarie e 1.948 si sono astenute.

I risultati del primo voto – Il 24 novembre scorso gli iscritti del Movimento 5 stelle si erano già espressi in modo inequivocabile. La prima scelta è stata sull’eliminazione della figura del garante: a favore ha votato il 63,24%, contrari il 29,09%, mentre il 7,67% si è astenuto. Era passato anche il superamento del limite dei due mandati: hanno detto Sì il 72% dei votanti. Approvate inoltre, con più del 50% dei voti tutte le opzioni di revisione della regola da sempre considerata intoccabile per i 5 stelle, tra cui l’elevazione del limite a 3 mandati e la deroga alla candidatura come sindaco e presidente di Regione. Confermato anche l’orientamento progressista e il via libera alle alleanze con altre forze politiche (qui tutti i risultati della prima votazione).

La guerra aperta tra Grillo e Conte – La tensione tra i due leader c’è sempre stata, ma nelle ultime settimana è deflagata in una guerra aperta senza esclusione di colpi. Giuseppe Conte ha chiuso la sua Assemblea costituente del Movimento, annunciando il superamento di alcuni dei pilastri 5 stelle, e da lì sono partiti gli attacchi pubblici. L’atto ufficiale ha provocato le ire di Grillo che, seppur senza mai presentarsi a Roma, a distanza ha iniziato le ostilità. Il primo gesto è stato quello di rompere il silenzio: martedì, alle ore 11.03, ha pubblicato un video registrato dentro un carro funebre. “I valori del M5s sono scomparsi”, ha declamato il comico dall’auto. “Siete diventati un partito che non riconosco più”. E ha attaccato direttamente Conte definendolo “Mago di Oz” e accusandolo di “non farsi trovare”, “ignorare le sue proposte” e, di fatto, di essere un traditore. Nel messaggio Grillo ha lasciato intendere di “avere già perso” e ha invitato chi non la pensa come lui di “farsi il suo simbolo”. E ha invitato “ad andare a funghi”, invece di votare, lasciando intendere che per salvare la sua idea di Movimento sarebbe stata necessaria una diserzione di massa delle urne virtuali. Il secondo e ultimo gesto provocatorio del comico è stata poi la lettera, inviata a votazioni in corso, recapitata a Elly Schlein. “Lettera di referenza per candidare Conte nel Pd”, recitava il testo. Ovvero: una lunga missiva in cui Grillo si è preso gioco dell’ex premier e lo ha presentato come un politico “inaffidabile” e interessato “solo alle poltrone” e per questo perfetto per il Partito democratico. Difficile per Grillo pensare a un’offesa peggiore.

La risposta di Conte – Una situazione evidentemente irrecuperabile ed il risultato delle nuove votazioni certifica solo le distanze tra il fondatore del Movimento e l’ex presidente de Consiglio. Conte, dal canto suo, ha scelto di rispondere ribadendo che, chi si è allontanato dalla sua comunità è Beppe Grillo “che ora ne rivendica un diritto di patronato”,ha attaccato da Accordi e Disaccordi sul Nove. L’accusa è quella di comportarsi come un “monarca assoluto” che si rifiuta di riconoscere “il percorso che stanno facendo queste persone, un percorso di persone adulte e mature che da anni su suo incitamento ed ispirazione stanno portando avanti delle battaglie e che con passione hanno vinto tante sfide. Ed oggi, ha detto ancora, “questo percorso viene disconosciuto dal garante stesso perchè questa comunità ha deciso “addirittura” di realizzare il principio fondativo del Movimento: la democrazia partecipativa”. Il leader M5s ha ripercorso le tappe che lo hanno portato in politica, sottolineando come sia stato proprio Grillo a “pregarlo” di scendere in campo: “Per due tre mesi”, ha ricordato, “ho preso del tempo perché ero consapevole dei nodi irrisolti, a partire da ruolo del Garante”. Ora però, “la base del Movimento ha scelto i quesiti, e purtroppo per lui di defenestrare questa figura“. E, ha chiuso Conte, la richiesta di Grillo di rivotare “è un estremo esercizio da sovrano assoluto” tanto che il consiglio al comico genovese è di provare a fare una “fondazione, perchè in quella è consentito essere antidemocratici e può decidere di mettere chi vuole”.

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