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Damasco in mano ai jihadisti: caos e irruzioni. Giallo su Assad, le ipotesi: Mosca, l’Africa e l’aereo sparito dai radar

In Siria è caos totale: la furia dei jihadisti nel celebrare al presa di Damasco si sta traducendo in una sequenza di disordini e tumulti dove, tra una statua abbattuta e manifestazioni in strada, un gruppo di miliziani fra quelli presenti da ieri notte a Damasco è entrato nella residenza dell’ambasciatore d’Italia dove ha effettuato una sorta di perlustrazione. E a rassicurare sul caso è dovuta intervenire la Farnesina, sottolineando che l’ambasciatore e il resto del personale italiano sono in un altro luogo sicuro.

Siria, caos a Damasco: l’irruzione nella residenza dell’ambasciatore d’Italia

«Stamattina un gruppo armato è entrato nel giardino della residenza dell’ambasciatore d’Italia: non c’è stata violenza né nei confronti dell’ambasciatore. Né dei Carabinieri», ha rassicurato dando le ultime notizie sugli sviluppi della situazione in Siria il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Che poi, in una conferenza stampa dall’Unità di crisi della Farnesina, ha anche precisato: «Hanno portato via solo tre automobili e tutto è finito lì. Sono stati per qualche tempo nel giardino, evidentemente volevano verificare se c’erano militari di Assad o qualche documentazione particolare, ma non sono stati toccati né l’ambasciatore, né i Carabinieri che ora sono al sicuro fuori della residenza e continuano a lavorare da remoto. Quindi la situazione è completamente sotto controllo, in una condizione complicata», ha sottolineato il numero uno della Farnesina.

Tajani: «Non abbiamo notizie certe su Assad. Ancora poco chiaro chi avrà la gestione»

Tajani ha anche asserito di non avere notizie certe sulle sorti di Assad. «Mi pare che sia ancora poco chiaro chi alla fine avrà la gestione della Siria perché non è una forza unitaria, sono più forze. Vedremo se sarà possibile parlare con le nuove forze che arrivano, innanzitutto per tutelare i nostri concittadini, garantire l’incolumità di tutti gli italiani che sono in Siria». Quindi, sulla crisi siriana, il ministro ha concluso: «Poi vedremo cosa accadrà, è una situazione in continuo movimento, non si sa neanche che fine abbia fatto Assad. Non abbiamo al momento notizie certe».

Damasco in mano ai jihadisti: devastazioni e caccia ai collaboratori di Assad ovunque

Intanto il premier Mohammed al-Jalali ha fatto sapere di essere pronto a cooperare nel passaggio dei poteri. In un post sui social ha scritto: «Crediamo che la Siria sia di tutti i siriani, che sia il Paese di tutti i suoi figli e che questo Paese possa essere uno Stato normale che costruisce buone relazioni con i suoi vicini e con il mondo senza entrare in alleanze e blocchi regionali».

Il Premier siriano “scortato” dai ribelli per il passaggio dei poteri

E in un video, il premier siriano appare assieme ad un gruppo di ribelli, apparentemente scortato da loro verso un albergo, per ufficializzare il passaggio dell’autorità e la transizione del potere. A riferirne, in questo caso, è la Cnn, precisando che Al-Jalali viene visto scendere le scale e quindi entrare in un Suv con un’altra persona. «L’ex primo ministro è con il V Corpo del popolo dell’Hauran diretto all’Hotel Four Seasons per un incontro e per consegnare le istituzioni del Paese agli eroi dell’Esercito libero», si sente dire nel video.

Blitz di miliziani islamisti nell’ambasciata d’Iran

Nel frattempo la folla dilaga in ogni dove e io miliziani islamisti stanno compiendo irruzioni ovunque, compreso nell’ambasciata iraniana a Damasco, cuore del sostegno al regime. Lo ha riferito la tv al Arabiya, che ha mostrato le immagini di gente che strappa un grande poster affisso sul cancello della rappresentanza con l’immagine del generale Qassem Soleimani, ucciso nel 2020 in Iraq in un attacco americano, e di Hassan Nasrallah, il leader Hezbollah ucciso a settembre in un raid israeliano a Beirut. Secondo al Jazeera il personale dell’ambasciata era già fuggito e non c’è stata resistenza contro i manifestanti.

Damasco, tafferugli, danneggiamenti e furti

Di più. In base a quanto ricostruito dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim, ad assaltare l’ambasciata sarebbe stato un manipolo di individui «armati» del gruppo jihadista Hayat Tahrir al Sham (Hts) e delle fazioni alleate, che avrebbero distrutto una tettoia all’esterno dell’edificio, rotto alcuni vetri e danneggiato gli uffici, portando via del materiale. Sequenze di irruzione e devastazioni che sarebbero registrate anche alcuni video.

Il personale dell’ambasciata iraniana a Damasco aveva lasciato la sede prima dell’assalto di questa mattina, scrive il Teheran times, citando il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghai, secondo cui «i diplomatici avevano evacuato i locali prima dell’assalto condotto dai terroristi».

Ma dov’è Assad?

E intyanto il fantasma di Assad aleggia ovunque, alimentando il mistero della sua sparizione. E c’è chi lo dà per disperso. Chi presume sia rimasto vittima di un incidente aereo – secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani Assad ha lasciato la Siria, dopo la presa dei ribelli di Damasco, ma il suo aereo, che avrebbe dovuto portarlo in salvo, sarebbe misteriosamente scomparso dai radar –…  E ancora, chi sospetta che l’ex leader si trovi ancora in territorio siriano…

Tutte le teorie sulla sua sparizione e sulla destinazione finale della fuga

«Assad ha lasciato Damasco verso mezzanotte ieri sera ed è volato verso una base russa in Siria con l’intenzione di proseguire da lì per Mosca. Non abbiamo ancora indicazioni chiare se abbia lasciato la Siria», scrive per esempio su X Barak Ravid, di Axios, citando una fonte israeliana. Contemporaneamente però, una fonte statunitense conferma che a Washington «abbiamo seguito Assad mentre lasciava Damasco la scorsa notte e crediamo che stesse progettando di volare a Mosca».

Infine: «Non posso commentare, non sappiamo dove sia. Probabilmente è fuori dalla Siria», sono le parole del ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, parlando della sorte del presidente siriano Bashar al Assad.

Dalla Russia all’Africa, al mistero dell’aereo sparito dai radar: le ipotesi in campo

Ma Assad potrebbe anche essere diretto in Africa dopo essersi visto respingere da diversi Paesi. A sostenerlo, parlando con la Tass, è stato Anas al-Abda, membro del comitato politico della Coalizione nazionale delle forze di opposizione e rivoluzionarie siriane. «Non ci sono ancora notizie certe sulla posizione di Assad. Sappiamo che ha chiesto il permesso di recarsi in diversi Paesi, tra cui la Russia, ma gli è stato rifiutato. Potrebbe essersi diretto in qualche Paese dell’Africa. Il popolo siriano, a sua volta, vuole che sia processato da un tribunale siriano», ha affermato Anas al-Abda. Di Assad però, intanto, si sono perse le tracce…

 

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