Siria, i jihadisti prendono Damasco: carceri aperte, palazzo assediato, mistero su Assad fuggito
I jihadisti prendono Damasco: l’annuncio dalla tv pubblica ufficializza l’inizio di “una nuova era”. Le truppe islamiste sono entrate in città nella notte, neanche dieci giorni dopo l’inizio di un’offensiva inarrestabile nel corso della quale hanno preso il controllo di Aleppo, Hama e Homs. Bashar al Assad, presidente da 24 anni, ha lasciato il Paese per una destinazione sconosciuta, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, citando ufficiali dell’esercito siriano. “Il tiranno è fuggito” e Damasco “è liberata”, hanno annunciato gli insorti. Le istituzioni pubbliche restano sotto il controllo del premier. Spunta l’idea di colloqui tra le parti a Ginevra, ma senza il rais, che avrebbe lasciato il Paese.
Siria, i jihadisti entrati a Damasco nella notte
La folla in strada a Damasco calpesta l’ultima statua venuta giù: quella del padre di Bashar, Hafez Al Assad, che ha governato con il pugno di ferro per quasi 30 anni fino al 2000. La popolazione, dopo la conquista da parte dei ribelli sunniti e la dichiarazione della fine della “tirannia” di Bashar Al Assad, balla sulle ceneri di un regime che i jihadisti hanno abbattuto.
Le truppe islamiste nel palazzo presidenziale
Dopo l’ingresso dei ribelli jihadisti nella capitale, centinaia di persone sono scese in piazza a festeggiare la caduta del regime degli Assad al potere da 53 anni. Il premier Mohammed al-Jalali ha intanto fatto sapere di essere pronto a cooperare nel passaggio dei poteri. In un posto sui social ha scritto: «Crediamo che la Siria sia di tutti i siriani, che sia il Paese di tutti i suoi figli e che questo Paese possa essere uno Stato normale che costruisce buone relazioni con i suoi vicini e con il mondo senza entrare in alleanze e blocchi regionali».
Siria, liberati i detenuti nelle carceri
Dopo la conquista degli uffici dei media di Stato, l’annuncio sulla presa della capitale siriana è stato diffuso anche attraverso la tv nazionale: «Il tiranno Bashar al-Assad è stato rovesciato e i prigionieri oppressi nelle carceri del regime sono stati rilasciati», ha detto un portavoce leggendo un comunicato circondato da circa una dozzina di altri jihadisti. Chiediamo alle persone e ai combattenti di proteggere tutte le proprietà nella Siria libera», ha aggiunto.
La casa di Assad assediata al grido di “Dio è il più grande”
I ribelli, riporta ancora la Cnn, sono stati ripresi nella zona del palazzo presidenziale siriano. Il filmato, verificato dall’emittente Usa, mostra i combattenti vicino a un cancello situato all’estremità meridionale del parco del palazzo e uomini sparare in aria in segno di vittoria nell’area d’ingresso deserta. I jihadisti sono poi entrati nel palazzo presidenziale al grido di “Dio è il più grande”, hanno raccontato testimoni oculari alla Dpa. I ribelli sarebbero entrati nel palazzo, situato nel distretto di Mezzeh, senza incontrare alcuna resistenza.
Siria, Assad fuggito verso una destinazione segreta: la fine dopo 24 anni al comando
In precedenza le milizie jihadiste avevano affermato di essere entrati nella capitale e di aver preso il controllo della famigerata prigione militare di Saydnaya, il simbolo del potere di Assad a nord della capitale. La struttura di detenzione siriana di cui Amnesty International e Un rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani avevano denunciato l’inferno.
E allora, l’entrata nel palazzo presidenziale. Le carceri aperte. Il mistero sulle sorti dell’ormai ex presidente che sarebbe fuggito in aereo verso una località sconosciuta, decretano la fine di un’era. La folla in strada. Le migliaia di persone in auto e a piedi radunate nella piazza principale di Damasco. La televisione di Stato siriana che ufficializza in un video la presa della capitale delle fazioni islamiste siriane e la liberazione dei detenuti, descrivono con immagini forti il tramonto politico di Bashar al-Assad e del suo regime, in frantumi dopo 24 anni.
Siria, Tajani: «Preoccupata attenzione per situazione, in contatto con ambasciata e Chigi»
Una realtà di caos, quella che imperversa nel Paese, in continuo divenire. E su cui il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, dopo le rassicurazioni di ieri sugli italiani in Siria, ha dichiarato: «Seguo con preoccupata attenzione l’evoluzione della situazione in Siria. Siamo in contatto costante con la nostra ambasciata a Damasco e con Palazzo Chigi. Alle 10.30 ho convocato una riunione di emergenza alla Farnesina».
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