Clint Eastwood non invecchia mai: “Giurato numero 2” è un nuovo capolavoro
Clint Eastwood, 94 anni, non sembra volersi arrendere all’avanzare dell’età e continua a donarci capolavori cinematografici: giunto in Italia il 14 novembre, Giurato Numero 2, potrebbe essere l’ultimo film della gloriosa star di Hollywood. La trama racconta la storia di un padre di famiglia che presta servizio come giurato e si ritrova coinvolto nei fatti. Durante il processo capisce di essere lui stesso il colpevole dell’omicidio sul quale sta indagando e dovrà fare i conti con la propria morale. Giustizia e verità vengono messe in discussione, ponendo particolare attenzione sui limiti umani.
“Giurato numero 2”: Clint Eastwood firma un nuovo capolavoro
Pur non essendo un film di critica sul sistema giudiziario, si evince come non sempre alla sentenza corrisponda la realtà dei fatti. Anche il migliore dei sistemi legislativi e una corte qualificata non sarà mai in grado di individuare una verità assoluta. In quanto umani, mistificare la realtà per raggiungere interessi personali è uno dei peccati più comuni. Cosa succede se gli interessi di un giurato si contrappongono al dovere di fare giustizia? Nell’animo del protagonista vincerà il rimorso e la voglia di riscatto o quella di sfuggire alle proprie responsabilità, a discapito di un innocente? Ciò che possiamo trarre dal film è una percezione di pessimismo e diffidenza nei confronti degli apparati pubblici e della giustizia terrena, che rimarranno sempre imperfetti.
L’uscita in sordina e il ripensamento della Warner
Nonostante il grande entusiasmo, Clint Eastwood ha disertato il red carpet dell’Afi Fest e si è acceso un dibattito in merito. L’ipotesi più plausibile è che non si sia presentato in segno di silenziosa protesta verso la major con la quale collabora da ormai mezzo secolo. Il film è stato fatto uscire solamente in 50 sale e la celebre star non ha gradito, sentendosi vittima di una limitazione ingiusta nella distribuzione di quello che potrebbe essere il suo ultimo film. Oggi, passate poche settimane dall’uscita di Giurato numero 2, la Warner Bros ha rivalutato il modus operandi. Il grande successo ottenuto, l’attenzione della stampa e gli apprezzamenti ricevuti dalla critica, hanno convinto la casa cinematografica a investire in una campagna promozionale più influente. A ciò consegue la certezza che il film concorrerà per la stagione dei premi, in vista degli Oscar.
Un conservatore e libertario a Hollywood
Che Clint Eastwood abbia sempre avuto una posizione controcorrente rispetto all’ambiente fortemente antirepubblicano di Hollywood non è un segreto. Seppure stimato da tutti per il talento dimostrato nei ruoli di attore, regista e produttore cinematografico, le sue opinioni politiche lo hanno reso una figura molto discussa. Non cadendo mai nella demagogia e nella retorica, Eastwood affronta nei suoi film temi politici, economici e sociali con eccezionale maestria. Una volta sugli artisti di destra disse: “Siamo in tanti ma non lo sbandieriamo”, lasciando intendere quanto sia difficile esporsi lì dove a vincere, troppe volte, è la censura. Mostrandosi un uomo libero e fedele alle proprie idee, ci ha insegnato l’importanza dell’affermazione dell’individuo contro ogni potere. Autodeterminarsi e combattere per la giustizia, poco garantita, risulta fondamentale per mirare a una politica che abbia attenzione per tutti. In Eastwood, molti, vedono le direttive per una destra politica solida e forte.
Una carriera intramontabile e i film da Oscar
Contando sia quelli nei panni di attore che nelle vesti di regista, Clint Eastwood può vantare al suo attivo quasi cento film. Ad oggi, possiamo ritenerlo una delle più grandi presenze artistiche nel panorama mondiale. Numerose sono le onorificenze ricevute nel corso della sua carriera. Insieme a Sergio Leone ha dato vita ai migliori film western mai esistiti, rivoluzionandone la dimensione artistica. Dai western fino a Giurato numero 2, non vi è un film di Clint Eastwood che non sia riconosciuto come un capolavoro, ricco di dinamicità e significati unici. Diversi sono i premi oscar ricevuti nel corso della carriera, innumerevoli le candidature a premi di ogni genere. Clint è stato vincitore anche di diversi Golden Globe, uno dei massimi riconoscimenti nel settore cinematografico. Premiato anche come vincitore del David di Donatello, Eastwood, è ritenuto una leggenda del grande schermo dal pubblico italiano.
Il carattere repubblicano espresso nei film
Film come American Sniper, Million Dollar Baby, Gran Torino, Gli spietati e Richard Jewell sono solo dei alcuni titoli entrati nella storia del cinema e che non tramonteranno mai. E che, insieme, trasmettono un messaggio chiaro, improntato al carattere da repubblicano libertario del regista. Non a caso, Clint Eastwood è stato spesso accusato dalla sinistra americana di esprimere un pensiero antigovernativo, storicamente associato agli schieramenti della destra repubblicana. Ma, nonostante le critiche ricevute nel corso della sua carriera, ha saputo tenere la testa alta e non si è mai piegato alla censura.
Oltre i film: l’impegno politico
Nel 2012 ha sostenuto apertamente Mitt Romney alla corsa presidenziale contro Barack Obama. Durante la Convenzione Nazionale Repubblicana di Tampa ha tenuto un intervento noto come il “discorso alla sedia vuota”, durante il quale ha simulato una conversazione con un immaginario Obama, accusandolo di non mantenere le promesse. Nonostante il sostegno al partito repubblicano, Eastwood ha sempre rivendicato la propria natura libertaria adottando una posizione meno interventista sul piano militare ed esprimendo opinioni più liberali su vari temi, come quello dell’aborto. Appoggiò Trump fino al 2016, abbandonandolo nel 2020 per sostenere il democratico Mike Bloomberg, confermando il suo carattere indipendente e anticonformista, caratterizzato dalla costante di un forte rigetto verso la cultura moderna, considerata eccessivamente restrittiva e dannosa della libertà di espressione. In un’intervista ha dichiarato come il “politically correct” stia condizionando le menti delle nuove generazioni e stia mettendo al bando le opinioni convenzionali, virando verso un progressismo incontrollato e con fondamenta instabili. Ha da sempre espresso forti critiche nei confronti della burocrazia, manifestando la necessità di adottare politiche più pragmatiche. Per un anno fu sindaco di Carmel-by-the-Sea, una piccola città costiera in California, dove ha lavorato per raggiungere miglioramenti concreti. Nel corso del mandato ha dimostrando come la politica debba occuparsi delle necessità dei cittadini discostandosi maggiormente dalle grandi ideologie propagandistiche.
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