Consegnati i “Premi Noè”ai vini dolci della regione
Si racconta che Beethoven adorasse i vini dolci, perfetti compagni delle adorate ostriche triestine. Idealmente allora il celebre compositore avrebbe apprezzato l’edizione 2024 del Gran Premio Noè, celebrata ieri, sabato 7 dicembre, al Nuovo Teatro Comunale.
La prestigiosa rassegna, considerata un po’ la mattinata degli “Oscar” dell’enologia regionale (nonostante una sala non proprio straripante) nel weekend ha portato sotto i riflettori l’eccellenza vitivinicola del Friuli Venezia Giulia, con un focus speciale sui vini dolci e passiti come Picolit, Ramandolo, Verduzzo, Traminer Passito e Moscato.
L’evento, curato dal giornalista enogastronomico Stefano Cosma, ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alle Politiche agricole Stefano Zannier, dei consiglieri regionali Diego Bernardis ed Enrico Bullian, del sindaco di Gradisca Alessandro Pagotto con gli assessori comunali Marco Zanolla e Paola Coccolo.
Zannier ha sottolineato il ruolo chiave del vino nel panorama agricolo regionale, ricordando che il Fvg dedica il 13% del proprio territorio alla viticoltura, una percentuale tra le più alte in Italia e in Europa. «I nostri vini sono come tessere di un mosaico straordinario, che dobbiamo saper presentare e comunicare al mondo come un’opera unica», ha dichiarato.
Pagotto, dal canto suo, ha evidenziato il valore del vino come ambasciatore del territorio, ringraziando le realtà coinvolte nell’organizzazione della rassegna, tra cui l’Associazione Italiana Sommelier, lo stesso Cosma e la Pro Loco per la temporanea riapertura dell’enoteca regionale Serenissima, teatro delle degustazioni guidate ma ancora da anni al centro di vicissitudini legali che ne ostacolano la riapertura definitiva. Ma su questo terreno scivoloso Pagotto ha preferito non addentrarsi.
Tra i premiati, figure e realtà che incarnano la storia e l’innovazione del settore enologico. Nella categoria Personaggi, Helmuth Köcher, fondatore del Merano Wine Festival, aveva ricevuto il riconoscimento già venerdì alla Serenissima.
Köcher è stato protagonista di una degustazione dedicata ai vini dolci premiati con il The Wine Hunter Award 2024.
Nella categoria Famiglie del vino, il premio è andato ai Pace Perusini di Gramogliano, una dinastia di viticoltori giunta alla quarta generazione, rappresentata ieri da Tommaso Perusini.
La loro produzione di Picolit è considerata tra le eccellenze del panorama enologico regionale. Il Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo, guidato dal presidente Paolo Valle, è stato premiato per il lavoro svolto nella valorizzazione delle denominazioni locali.
Tra le aziende, riconoscimento alla pordenonese Emilio Bulfon di Valeriano che, con Lorenzo Bulfon, si distingue nella salvaguardia di antichi vitigni autoctoni della Pedemontana friulana.
Quattro le menzioni speciali assegnate: all’Aquila del Torre di Savorgnano per l’impegno nella viticoltura biologica, a Giovanni Dri – Il Roncat per l’eccellenza di Verduzzo e Ramandolo, all’azienda Lenardon di Muggia per i suoi monovarietali e in particolare per il Moscato Rosa Elysyum, e infine al Ronco del Gelso di Cormòns, rappresentato da Giorgio Badin, per le tecniche agronomiche poco invasive e sempre rispettose della riconoscibilità del vitigno. —
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