Piazza San Marco in cotto diventa fenomeno social: «Perché non lasciare aperto il cantiere?»
Le guide turistiche hanno già adattato i loro racconti, includendo spiegazioni sulle fasi dei lavori e sui reperti storici visibili attraverso le aree aperte dei cantieri.
Intanto, i selfie scattati tra transenne e segnali di lavori in corso sono diventati una vera e propria «social mania» prima che tutto sia sigillato e ricoperto, coinvolgendo sia turisti che veneziani. Sono centinaia i visitatori che si fermano davanti al cantiere in corso d’opera.
I cantieri in Piazza San Marco
I tre cantieri in piazza San Marco (in Piazzetta, di fronte al Quadri e davanti al Florian), avviati dal Comune per il restauro dei masegni, si traducono come un divertente percorso tra passato e presente, che rivela uno spaccato di storia sorprendente.
Da giorni infatti è possibile vedere l’antica pavimentazione in cotto del “salotto” veneziano, riaffiorata grazie ai lavori in corso, con la sua posa a spina di pesce, il suo rosso poroso e irregolare tipici della pavimentazione in altinelle, prima degli attuali masegni.
Una bellezza archeologica che invita a riflettere: perché non rendere queste strutture storiche visibili in maniera pertinente? «
E’ il solito problema dei rinvenimenti archeologici» sottolinea la docente e medievalista di Ca’ Foscari, Michela Agazzi, «basterebbe un Qr code con la georeferenziazione per recuperare l’informazione.
Le lastre in plexiglass o in vetro temperato antiurto, con l’acqua, genererebbero muffe: capisco che solleciti la curiosità, ma quando è tutto ben documentato si può richiudere».
Il fenomeno social
L’associazione Venessia.com aveva già sollevato la questione nel 2023, lanciando una petizione su Change.org redatta in cinque lingue (italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese) e diretta alla Soprintendenza alle Belle Arti di Venezia e al Comune, per rendere «permanentemente visibili a chiunque sia interessato le testimonianze archeologiche dell’antica Piazza», raccogliendo oltre 800 adesioni.
«Una proposta romantica che vorremmo rilanciare» ha detto il fondatore dell’associazione, Matteo Secchi, «due anni fa l’amministrazione aveva giustamente evidenziato criticità di natura idraulica, ma in città come Verona e altre realtà storiche questi interventi vengono realizzati con successo, con approccio moderno».
Per il presidente dell’Associazione Piazza San Marco, Claudio Vernier, l'iniziativa è sicuramente suggestiva, ma poco praticabile: «Abbiamo parlato con le archeologhe della Soprintendenza: ad oggi sembra non esistano degli strumenti adeguati per la sua fattibilità. Intanto godiamoci la documentazione raccolta e assaporiamo la consapevolezze di quanto ci sia ancora da scoprire».