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Padova nella bolla immobiliare: «Comprare è difficile, affittare impossibile»

«Comprare è difficile, affittare è impossibile, vedo scenari bui per la tenuta sociale della nostra provincia».

Silvia Dell’Uomo, la presidente degli agenti immobiliari della Fimaa Confcommercio, non nasconde la sua preoccupazione di fronte all’emergenza abitativa, oggetto del richiamo alla città di domenica scorsa da parte del vescovo monsignor Claudio Cipolla. «Le persone rischiano di vivere nelle roulotte come negli Stati Uniti. E forse non è nemmeno un rischio, ci siamo già», osserva.

Con i prezzi delle case che sono tornati ai livelli di 10 anni fa, tutti i nodi che riguardano l’abitare sono giunti al pettine: gli studenti che non trovano una stanza, se non a costi enormi (in media 404 euro); i lavoratori stagionali che sono addirittura costretti a rinunciare al lavoro perché non sanno dove vivere; il turismo che erode la disponibilità di alloggi; le famiglie che non ce la fanno economicamente a tenere il passo degli aumenti e, non da ultimo, i prezzi fuori controllo.

IL DRAMMA DELLE FAMIGLIE

«Queste sono tutte punte dell’iceberg della questione casa – continua Dell’Uomo – Gli universitari fanno rumore e si sentono di più, va benissimo perché accendono i riflettori sul problema, ma in realtà i ragazzi hanno spesso una rete di protezione: genitori che gli comprano la casa, i nuovi studentati che, da qui ai prossimi anni, daranno una boccata di ossigeno, e poi i giovani sono quelli che si adattano di più, anche a vivere in doppie e triple.

Il dramma vero sono le famiglie: sono in aumento i casi di contratti in scadenza che non vengono rinnovati, se non raddoppiando l’affitto, da 500 a mille euro, da 700 a 1.200 euro, anche se parliamo di bravi inquilini che hanno sempre pagato. I proprietari sentono così tanto parlare di case turistiche, di guadagni facili e veloci, che anche chi non ci aveva mai pensato, ne è attratto. A questi piccoli proprietari vorrei dire che non è tutto oro quello che luccica: la recente cronaca ce ne ha dato un assaggio».

LA CITTA’ CHE CRESCE

Proprio l’Ascom, ancora nel 2021, era stata la prima associazione di categoria a riunire i protagonisti della scena abitativa padovana: Università, Comune, soggetti privati, istituzioni. «Avevamo intuito cosa stava succedendo – spiega la presidente – Da allora molte cose sono accadute, ad esempio il Comune di Padova ha scelto di gestire in proprio le sue case, ma nel frattempo è peggiorato anche il quadro generale: solo la città del Santo conta 400 mila persone, tra residenti, studenti, lavoratori.

Tutti hanno bisogno di un tetto sulla testa. Quando andiamo dal prefetto e parliamo dei problemi reali delle persone, la casa è in cima alla lista».

Per Dell’Uomo serve una riposta concreta da parte delle istituzioni: «L’Università cresce nei numeri ma non sempre si preoccupa di dove alloggeranno studenti, dottorandi, ricercatori; l’Ater tiene le case chiuse perché non ha le risorse per ristrutturare quelle troppo vecchie; la Regione non mette mano al portafoglio; idem l’Esu e adesso anche il mondo imprenditoriale lamenta di non trovare appartamenti.

A tal punto che più di un’azienda non chiede più case in affitto, ma direttamente da comprare. Parliamo di imprese che hanno bisogno di sistemare professionisti altamente qualificati, ma anche manodopera nel mondo del turismo, della ristorazione, dell’edilizia, dell’agricoltura. Una coppia – lei aveva trovato lavoro a Battaglia Terme, lui ad Abano – dopo un mese in b&b hanno rinunciato al lavoro perché spendevano più di quello che guadagnavano».

COMPRARE CASA

E anche chi vuole comprare non ha vita facile: «Che si voglia comprare o affittare, una cosa è certa: negli ultimi cinque anni le retribuzioni sono cresciute del 6%, mentre i prezzi delle case nei capoluoghi di provincia sono aumentati del 7,3%. C’è proprio qualcosa che non quadra».

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