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Sparita in Vaticano la kefiah nel presepe di Betlemme

È sparita la kefiah su cui dormiva il bambino Gesù nel presepe di Betlemme donato al Papa e che adorna l'Aula Nervi nella Città del Vaticano. Lo riporta il Catholic Herald, asserendo che è stato rimosso "dopo aver causato grande controversia".

L'American Jewish Committee, il cui post è stato rilanciato anche dall'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede, ha scritto su X: "Siamo delusi e turbati dal fatto che una tradizione religiosa sia stata politicizzata in questo modo".


Il Papa, accanto al discorso sul presepe monumentale da 14 per 30 metri che decora piazza San Pietro – che è stato realizzato da Grado - si è soffermato sul dono della Palestina, invocando "Basta guerre!", condannando l'industria di armi, e chiamando quella terra "martoriata".

Ma dalla sala stampa della Santa Sede specificano: "Non è ancora Natale e il bambinello non è ancora arrivato. Arriverà - come da tradizione - il 25 dicembre".

Insomma, la kefiah è sparita perché è sparito Gesù bambino.

Il messaggio che si può forse interpretare da questa risposta è che il Vaticano non ha ceduto alle pressioni internazionali e che non ha bisogno di lezioni sulle tradizioni religiose.

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E il Vaticano ha voluto anche sottolineare che non c'è nulla di antisemita nell'avere Gesù bambino disteso su una kefiah. Il Papa infatti l'8 dicembre ha anche visitato a sorpresa Palazzo Cipolla dove ha contemplato il quadro di Marc Chagal "La crocifissione bianca", opera proveniente dall'Art Institute of Chicago. L'opera è esposta a Roma in occasione del Giubileo.

"La Crocifissione Bianca, dipinta nel 1938, rappresenta un punto di svolta fondamentale per Chagall. Questa opera non solo mette in luce l'immagine di Cristo come martire, ma richiama drammaticamente l'attenzione sulla persecuzione e sulla sofferenza del popolo ebraico negli anni '30", si legge sul sito ufficiale del Giubileo 2025.

Nella sua visita a Trieste, tra la rappresentanza di migranti incontrati dal Papa, c'era anche Maya, piccola palestinese nata al Burlo Garofolo dopo una missione umanitaria che ha estratto dalla Striscia 8 bambini, accompagnati da alcuni familiari, 21 persone in tutto.

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