Pier Silvio Berlusconi: “Non scendo in politica, amo Mediaset. La riduzione del canone? Propaganda di Salvini. Da italiano mi auguro che Sanremo rimanga in Rai”
“NON HO NESSUNA INTENZIONE DI SCENDERE IN POLITICA. GOVERNO MELONI STABILE, STA FACENDO BENE”
“Non ho nessuna intenzione di scendere in politica. Voglio continuare a fare il mio mestiere, amo Mediaset e penso che il mio lavoro non sia finito. Io rimango qua perché amo questa azienda e tutte le persone che ci lavorano”, l’ennesimo no di Pier Silvio Berlusconi all’ingresso nel mondo della politica è arrivato mercoledì sera a Cologno Monzese. L’editore ha incontrato la stampa per un bilancio televisivo mentre l’anno volge al termine: “Anche magari fosse, e ribadisco che non è, non ritengo serio improvvisarsi dall’oggi al domani, dovrei avere tempo per una preparazione e una gavetta. E terzo, cosa più importante, perché c’è un governo stabile“. “Il governo Meloni sta facendo bene, al di là del fatto che ripeto che non ho intenzione di candidarmi, ad oggi l’Italia è un governo stabile cosa potrei fare io non lo so. In Italia – ha aggiunto il vicepresidente Mediaset – l’esecutivo è stabile in un momento complicato, come si può vedere anche in Francia e in Germania”.
“LA PROPOSTA DI SALVINI SUL CANONE È UNA MOSSA DI PROPAGANDA”
“Un anno eccezionale nel vero senso della parola”, le sue parole dal palco dello studio 10. Per il secondo anno consecutivo Mediaset è vicina al sorpasso contro la Rai nel totale individui nelle ventiquattro ore, in condizioni sfavorevole, ricordano da Cologno Monzese. Senza la Champions League, ora in esclusiva su Sky e Prime Video, e con la Rai che potuto contare sulla forza degli Europei di calcio e sulle Olimpiadi di Parigi.
Il tema della riduzione del canone Rai ha creato frizioni in maggioranza, con la contrarietà di Forza Italia e la spinta della Lega: “Lo dico con il sorriso perché a me Salvini è simpatico e ho con lui un buon rapporto personale ma la proposta di ridurre il canone è una mossa di propaganda. La politica è la politica. Ci sta anche fare propaganda. È chiaro che il canone per il cittadino può essere antipatico, tutte le tasse possono essere anticipate, però svolgono un ruolo importante”, ha spiegato Berlusconi.
Ricordando che “se per ridurre il canone poi devi prendere 430 milioni dalla fiscalità generale, togli da una tasca, prendi dall’altra. Non cambia un granché. Mi sembra meno chiaro e trasparente nei confronti degli italiani“. Con la richiesta di uno sguardo più attento nei confronti della Rai e del sistema audiovisivo: “Una Rai forte, una Rai che rappresenta l’Italia è troppo importante. Bisognerebbe che la Rai facesse servizio pubblico e avesse alcune fasce dedicate alla programmazione legata alla pubblicità. Oltretutto aumentare la pubblicità alla Rai non vuol dire che fa male a Mediaset, parzialmente ed è tutto relativo”.
“Mediaset non teme l’abbassamento del canone Rai, temo qualunque cosa che indebolisca il sistema editoriale e audiovisivo italiano. Indebolire la Rai vuol dire indebolire questo sistema industriale che invece andrebbe per il bene degli italiani rafforzato. Se si abbassa il canone della Rai è una cosa, se si va allargare quella torta che è di sei miliardi di euro da cui mangiano tutti gli editori mi sembra sbagliato“, ha ribadito Pier Silvio che definisce la mossa “abbastanza strampalata” sottolineando che Mediaset “non ha paura, siamo davanti a tutti, noi resistiamo altri non lo so”.
“SANREMO È UN PEZZO DI RAI, DA ITALIANO MI AUGURO RIMANGA IN RAI. LA GARA? VALUTEREMO”
Il Tar della Liguria ha aperto intanto la “battaglia” sanremese, dal 2026 il servizio pubblico dovrà partecipare a una gara pubblica per aggiudicarsi il Festival. Uno scenario che può inserire nella partita tutte le altre reti: “Mi sembra che la situazione sia davvero ancora troppo fumosa per esprimere qualche tipo di giudizio, non arrivo nemmeno pensare se mai potrebbe interessarci. Onestamente non ho ancora capito cosa stia succedendo. Detto questo vedremo, io penso che Sanremo sia un pezzo di Rai e allo stesso tempo che la Rai sia il vero motore, la vera forza del Festival di Sanremo. Da italiano mi auguro che Sanremo rimanga in Rai”, ha commentato Berlusconi.
Una piccola apertura ma la consapevolezza, con l’assist indiretto al servizio pubblico, che la kermesse debba essere considerata della Rai: “Mi divertirebbe? Non mi pongo la domanda. Io penso che Sanremo è un pezzo di Rai. Se mai un domani dovesse essere sul mercato veramente un progetto da considerare con logiche commerciali valuteremo con l’atteggiamento giusto, che è quello di una azienda commerciale che valuta costi e ricavi. Oggi non mi pongo la domanda perché per me ora è un pezzo di Rai”, ha ribadito l’ad Mediaset.
“GIAMBRUNO TORNA IN ONDA? OGGI NON CI SONO PROGETTI SPECIFICI, IL NOSTRO È UN TIPO DI ATTEGGIAMENTO PROTETTIVO”
L’ex First Gentleman Andrea Giambruno, secondo le varie ricostruzioni, da tempo spinge per tornare in video: “E’ responsabile di un programma importante che è Diario del Giorno e penso che questo sia ben più importante che andare o no in video. Vedremo, è un giornalista Mediaset di sicuro tornerà in video, oggi non ci sono progetti specifici che lo riguardano. Ma penso che lui debba essere contento di lavorare a un prodotto di cui è responsabile“, ha spiegato il manager e imprenditore. Spiegando che dietro l’atteggiamento di Mediaset nei confronti dell’ex compagno di Giorgia Meloni “c’è un tipo di atteggiamento protettivo, non è un atteggiamento negativo. Verso Giambruno e non solo”. Il giornalista era stato invitato nel programma di Rai2 “Belve”, ospitata saltata e “sostituita” con la partecipazione a “Dritto e Rovescio” su Rete 4: “Quando arrivano certe richieste da parte della Rai mi chiedo perché, un giornalista Mediaset se vuole fare un’intervista è normale che vada prima in un programma di Mediaset. Lo abbiamo invitato da un’altra parte e così è stato”, la chiosa dell’editore.
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